Rimini, 21 agosto 2012 - LA RIVIERA non ha solo il virus dei «prezzi stracciati» e della vacanza sottocosto, con servizi di cattiva qualità.
Salta fuori anche il problema contrario: prezzi sballati, richieste alle stelle da parte di non pochi alberghi, prezzi che sforano clamorosamente quelli ufficiali (e vincolanti) dichiarati alla Provincia da ciascuna struttura.
Conseguenza: turisti imbufaliti e albergatori ‘regolari’ infuriati, che hanno segnalato parecchi casi di listini gonfiati alla Provincia.
«Abbiamo già riscontrato una ventina di irregolarità nell’intera riviera riminese nel periodo ferragostano e non solo — spiega l’assessore provinciale al Turismo Fabio Galli — e ci accingiamo a fare le multe. Ne va, così come per il caso inverso dei prezzi stracciati, della qualità della nostra offerta. Un turista che accetta una camera di un 4 stelle a oltre 900 euro a notte si aspetta servizi adeguati. Che spesso e volentieri invece mancano». Le sanzioni che si accinge a erogare la Provincia non sono da poco: fino 500 euro per ciascuna violazione registrata.
La scorsa estate le multe dell’ente di corso d’Augusto, che ha la competenza per i listini turistici, sono state una trentina, tra Bellaria e Cattolica.
Il meccanismo: gli albergatori devono indicare alla stessa Provincia, ogni anno entro ottobre, i prezzi della successiva stagione turistica. Vengono comunicati in genere prezzi provvisori (quelli dell’estate appena conclusa). I prezzi veri vanno dettati entro il primo marzo successivo. Si indica il costo della camera singola e della doppia, a mezza pensione e pensione completa. Poi vengono pubblicati, da pate della Provincia, nell’annuario degli alberghi. E messi online sul sito ufficiale. Dove appunto diversi vacanzieri hanno scoperto le «magagne».
«Alcuni alberghi — prosegue Galli — specie quando hanno poche stanze libere, ‘sparano’ sui portali turistici prezzi folli. Sperando che qualcuno in cerca disperata di alloggio per le vacanze, magari all’ultimo secondo, accetti. Il che capita non di rado. Ma poi l’ospite capisce che i servizi offerti non corrispondono, sono lontani anni luce, e giustamente si lamenta».
Il fenomeno è trasversale, dai due ai quattro stelle. «Ma si penalizza l’immagine dell’intera riviera — sbotta la presidente dell’Associazione albergatori, Patrizia Rinaldis —. Per questo, avuta notizia che la cosa sta prendendo piede, lo scorso venerdì abbiamo inviato mail a tutti i nostri associati».
L’Aia invita i soci a fare massima attenzione alla corrispondenza tra i prezzi massimi indicati nelle offerte sui portali turistici con i prezzi massimi comunicati a suo tempo alla Provincia.
La Rinaldis sottolinea un aspetto particolare: «Alcuni siti impongono agli hotel di dar loro la disponibilità di una o due stanze durante l’intera estate, a prezzi bassi. Nei periodi di piena, tipo ferragosto, gli albergatori non vogliono renderle disponibile al prezzo dei periodi ‘magri’, e per evitare sorprese ‘sparano’ richieste stellari». Capita di vedere cifre di 1.900 euro a notte in un quattro stelle, o 999 euro per un tre stelle. «Lo fanno perché sono certi che così la stanza resta vuota, e possono affittarla a un prezzo congruo senza svenderla», osserva l’Aia. La Rinaldis rileva anche un paradosso: «Mentre contro chi spara prezzi esagerati c’è lo strumento della sanzione, non si riesce purtroppo a far nulla contro chi fa prezzi stracciatissimi, e dequalifica l’intera riviera con servizi inadeguati».
Mario Gradara
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