San Marino, 24 giugno 2011 - UNA SOLA dimenticanza in una giornata da ricordare. La mitra che Benedetto XVI ha utilizzato durante la messa a Serravalle è infatti rimasta a San Marino. Uno strascico della storica visita alla diocesi che resterà negli annali. Don Marco Scandelli, vice parroco di Carpegna e liturgista della celebrazione di domenica, racconta il curioso dietro le quinte. «Il giorno successivo mi hanno chiamato dal Vaticano preoccupati perché non riuscivano a trovare la mitra, il copricapo con lo stemma del Papa — svela don Marco —. Era rimasto nella scatola della casula usata durante la messa. Ma mentre quest’ultima era un dono alla diocesi, la mitra sarebbe dovuta ripartire con il legittimo proprietario». E così in questi giorni San Marino ha conservato il prezioso copricapo papale. «La mitra è stata custodita nella basilica di San Marino, provvederò io stesso a riportarla in Vaticano».
MA DON Marco racconta altri momenti singolari. «Tutta la visita è stata fuori dagli schemi — spiega il sacerdote —. A cominciare da sabato sera. Mentre eravamo a cena i gendarmi ci hanno dato la prima notizia inattesa: il Santo Padre aveva chiesto di fare colazione in elicottero e non in Vaticano come fa solitamente per potersi riposare un po’ di più». Ma anche la musica ha fatto breccia nel cuore e nella sensibilità di Benedetto XVI. «Il Papa ha apprezzato molto le scelte fatte. In particolare il primo canto ‘Te lodiamo Trinità’, un canto di origine tedesca che lo ha fatto sentire come a casa, nella sua Baviera. Stessa reazione che ha avuto nell’incontro con i giovani: fra le proposte della commissione pastorale giovanile c’era ‘Gloria a Dios’, un brano in spagnolo della Missa Criolla, composto negli anni Sessanta da Ariel Ramirez. Quando l’ho visto ho subito pensato che sarebbe stata un’occasione per proporre qualcosa di bello ai giovani. Mentre eravamo lì tuttavia osservando il Papa pensavo: ‘Ho sbagliato tutto’. Non appena il coro ha finito il Papa si è lasciato andare in un lungo applauso. Soltanto alla fine mi è stato detto che è uno dei canti che preferisce. Inconsapevolmente gli abbiamo fatto un grande regalo».
CHIUDIAMO la rassegna con un’ultima chicca. «Al momento del congedo il Papa, evidentemente molto stanco, ha chiesto di poter rientrare subito in Vaticano. Gli organizzatori però hanno voluto che si fermasse davanti ai doni preparati in sagrestia assieme ad un piccolo buffet. Ecco, proprio mentre si dirigeva verso i regali ad un certo punto è tornato indietro per prendere alcuni biscotti, le famose ofelle. Vedere il Papa con l’aranciata in mano e mangiare con gusto dei dolcetti (tanto che ha chiesto di poterseli portare con sé in elicottero) è stato molto divertente. E’ un’immagine che non si cancellerà mai dalla mia mente».
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