San Marino, 10 maggio 2010. UN CONVOGLIO di 5 mezzi militari dell’esercito italiano che attraversa la Repubblica di San Marino. Un piccolo Stato, ma pur sempre sovrano, che non ha affatto gradito lo «sconfinamento» dei Lagunari de La Serenissima, diretti nelle Marche per un’esercitazione di tiro e che hanno pensato di accorciare il percorso, non valutando «l’invasione» che stavano mettendo in atto. Prontamente intercettati dalla Gendarmeria di San Marino, sono stati identificati e, dopo aver appurato la buona fede del transito, sono stati riaccompagnati al confine di Stato. Questo è il secondo sconfinamento nel giro di un mese e mezzo. Nel caso precedente si trattava di una camionetta della Finanza con a bordo due cuochi che avevano deciso di fare una divagazione turistico.
Cosa pensa di questa ennesima invasione il segretario agli Affari Esteri di San Marino, Antonella Mularoni?
«Mi auguro che sia veramente l’ultima volta. Il fatto è avvenuto di giorno, il confine è segnato benissimo e anche se teniamo conto della buona fede, rimane un fatto molto grave».
Cosa significano per San Marino questi frequenti sconfinamenti?
«Vengono presi male, perché dimostrano comunque che c’è disattenzione: sottolineo ancora che i confini sono perfettamente delineati e visibili, anche sulle mappe satellitari».
Pensa che si tratti di una provocazione?
«No, questo no».
Ma non è un momento facile per quanto riguarda i rapporti tra Italia e San Marino.
«E’ vero e la stessa popolazione si sente vessata dai continui attacchi che arrivano dall’esterno. Non crediamo di essere il ricettacolo di tutti i mali del mondo».
Però il passato della Repubblica in certi ambiti soprattutto finanziari, non è stato molto limpido.
«In passato ci sono stati errori e sottovalutazioni. Credo anche da parte dell’Italia, visto non ci sono mai state proteste così corali. Comunque, in poco più di un anno, l’attuale governo sammarinese, ha messo in atto riforme molto significative, dall’antiriciclaggio, all’abolizione delle società anonime, alla revisione del segreto bancario, tanto per citarne solo alcune. E comunque, è stato fatto tutto quello che ci è stato chiesto dal Moneyval e dall’Ocse per ciò che riguarda trasparenza e collaborazione con gli altri Stati. Prova ne sono tutti gli accordi già firmati per lo scambio di informazioni».
A proposito di accordi, ancora fermo quello fondamentale con l’Italia che ha come oggetto le doppie imposizioni fiscali.
«Speriamo che nel corso di questo mese si riesca a fissare finalmente una data per la firma. Adesso si è anche chiuso lo scudo fiscale e per quello che ci riguarda vogliamo imboccare una strada diversa con l’Italia che sia di amicizia».
Ritornando allo sconfinamento dei militari italiani: San Marino non ha un esercito. Mai pensato di adottarne uno?
«No, non ne sentiamo la necessità. Non è nella nostra tradizione e da decenni non è oggetto di valutazione da parte degli esecutivi».
E sullo sconfinamento dei militari italiani, le forze di polizia sammarinesi fanno notare che ora ci si affida in tutto e per tutto al Gps: niente carte né bussola. E se al navigatore chiedi la strada più breve per arrivare nelle Marche da Venezia non ha un dubbio: attraverso la Repubblica di San Marino. E l’invasione è compiuta.
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