{{IMG_SX}}Rimini, 3 giugno 2009 - Bufera, a pochi giorni dalle elezioni, su un videomessaggio pubblicato sul sito You Tube attribuito al candidato alla presidenza della Provincia di Rimini per la Fiamma tricolore, Massimo Pazzaglini, noto commerciante ambulante morcianese. Il messaggio intitolato 'La preghiera' è comparso pochi giorni fa sul noto sito internet: 23 secondi di registrazione in cui compare il manifesto elettorale del candidato e si ode la preghiera xenofoba in cui invocando la Madonna e Gesù augura la morte agli immigrati, tra cui "albanesi, cinesi e negretti".

 

L'indignazione è partita dai cybernauti che hanno commentato il video messaggio e si è presto estesa al mondo politico e religioso. Il segretario provinciale del Prc, Pantaleoni ha minacciato di denunciare alla Procura della Repubblica il commerciante, mentre il vicario generale della diocesi di Rimini, Mons. Luigi Ricci, ex parroco di Morciano, a nome della Curia ha chiesto scusa agli immigrati.

Dopo aver premesso che finora nella campagna elettorale la Chiesa ‘’si è volutamente tenuta al di fuori da ogni intervento che potesse essere letto come di parte e strumentalizzato’’, il vicario ha precisato: ‘’Non potevamo lasciar passare sotto silenzio’’ la preghiera. E ha aggiunto: ‘’Non sappiamo di chi sia la paternità: ma si giudica da sè e spetterà ad altri verificare eventuali responsabilità’’.

 

Quello che interessa ora alla Curia riminese è ‘’chiedere scusa a tutti gli immigrati che vi sono citati in modo gravemente offensivo: tanto più perchè fatto nel contesto di una pretesa preghiera. E’ un testo che offende i santi e gli uomini - ha continuato - i fratelli immigrati, verso i quali rinnoviamo l’impegno concreto di amore e di accoglienza; ma speriamo che si sentano offesi anche tutti i cittadini riminesi che vogliono continuare la tradizione di civiltà e di tolleranza’’.

 
"Quella era una goliardata di 8-10 anni fa - chiarisce Pazzaglini - Non so chi possa averla messa su internet. Tanto per chiarire la mia posizione, sto andando ad attaccare manifesti della campagna elettorale assieme a un cinese, un albanese e un musulmano".