Reggio Emilia, 28 aprile 2013 - DELRIO, quando l’ha saputo?
«Beh, questa mattina (ieri per chi legge, ndr) ho ricevuto un messaggio che mi diceva di tenermi pronto e sono partito per Roma».
Che cosa farà ora con la giunta?
«Per adesso questa delega (il ministero per gli Affari regionali e delle autonomie locali) mi consente di non essere lontano dai problemi delle città, come ho fatto nell’Anci. Con l’Anci stavo qui a Roma solo un giorno la settimana, ora non sarà possibile, ma non c’è incompatibilità».
Quindi?
«Ragioneremo su come amministrare una città senza che ne abbia a risentire. Non c’è fretta perché abbiamo impostato il lavoro per tutta l’estate, non c’è urgenza per ora; anche il bilancio è stato impostato, è partito il piano delle asfaltature, gli atti amministrativi principali sono stati fatti».
Quindi non si dimetterà da sindaco?
«Ho preso un impegno con i miei cittadini, mancano pochi mesi alla fine del mandato. Proviamo a capire come funzionerà».
La prima telefonata che ha ricevuto oggi?
«Sono state tantissime, ma mi ha fatto piacere quella di Franco Bassanini, che è stato ministro per gli affari regionali e la riforma della pubblica amministrazione. Mi ha incoraggiato».
Lascerà la presidenza nazionale dell’Anci?
«Non potrò essere il contraltare di me stesso. Pur se confido nella grande cooperazione fra noi, credo che ci debba essere una giusta distinzione dei ruoli».
Quindi lascia subito l’Anci?
«Solo il tempo di stabilire la data del nuovo congresso e per salutare i miei collaboratori».
Le piace la composizione del governo?
«Ci sono molti elementi positivi, è una squadra giovane».
Come ministro dovrà occuparsi anche di province e regioni.
«Dobbiamo occuparci dell’attuazione del federalismo, completando la riforma: c’è la gestione dei piccoli comuni, lo stimolo alle fusioni. C’è poi il tema delle province e delle città metropolitane. E il patto di stabilità, i tagli lineari su cui non ho cambiato idea».
Che cosa vuole cambiare?
«Dobbiamo riconoscere le ammistrazioni virtuose, innescare un meccanismo di qualità dell’amministrazione come deve avere un grande Paese occidentale quale è l’Italia. Bisogna sapere che indebolendo gli enti locali, si indeboliscono le famiglie, le imprese, gli ammortizzatori sociali. E indebolendo le Regioni, si indeboliscono il trasporto pubblico e la sanità».
Basta rigore?
«Ci vuole una grande accuratezza per i fondi pubblici, non si deve proteggere chi li spreca. Però serve anche rigore con chi amministra male e sostegno a chi è impegnato a lavorare per le comunità... Ma ora scusi, un attimo, c’è Palazzo Chigi in linea...»
Davide Nitrosi
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