Reggio, 22 novembre 2013 - UN INTERO condominio al freddo da un mese e mezzo. Tuttora, in via Matilde di Canossa 4, per sopportare il gelo tra le pareti di casa bisogna infilare un maglione in più o attaccare una stufetta elettrica.
Iren, infatti, ha staccato il teleriscaldamento centralizzato a causa del comportamento di due inquilini, morosi nel pagamento delle spese condominiali. Dunque, niente gas. Negli otto appartamenti abitano famiglie, bambini e alcuni anziani. Ma anche una coppia, entrambi disabili all’85%.
«NON ce la facciamo più — dice Emilio Capoluongo, 63 anni, con la moglie Carmela Azzurro, di 55 —. Da quanto sappiamo, i due ex condomini hanno lasciato uno scoperto alto, uno di circa 23mila euro, l’altro di circa settemila. Alla fine il gestore ha deciso di staccare il riscaldamento: ma così veniamo tutti penalizzati, anche coloro che, come noi e le altre famiglie, sono sempre stati puntuali e corretti nei pagamenti».
D’ACCORDO con l’amministratore condominiale e gli avvocati, le famiglie proprietarie delle abitazioni aprono una trattativa con Iren. «Abbiamo anticipato le quote condominiali in scadenza in dicembre e versato, a nostre spese, un anticipo dello scoperto. Inoltre — continua Capoluongo — abbiamo chiesto a Iren di stabilire un piano di rientro mensile per saldare il tutto».
IN PRATICA le famiglie rimaste nel palazzo — un condomino insolvente si è già trasferito, mentre l’altro si appresterebbe a farlo a breve — si farebbero interamente carico delle somme dovute a Iren.
Tuttavia lo sforzo economico finora sostenuto dai sei inquilini non sarebbe bastato. E, azionando la manopola del termosifone, il calore non esce. Problemi simili si sono verificati, negli ultimi anni, nelle vie Paradisi, Turri e Papa Giovanni XXIII.
LE FAMIGLIE hanno voluto dare un segnale di disponibilità.
«Condividiamo appieno le ragioni della società erogatrice del servizio, che si ritrova con un buco contabile. Noi ci siamo autotassati anticipando le rate non ancora scadute e anche parte dello scoperto attingendo al nostro misero bilancio familiare — prosegue Capoluongo —. Io lavoro nell’ufficio del giudice di pace del tribunale reggiano: prendo 1.400 euro al mese. Mia moglie, invece, non lavora. Iren ci ha fatto sapere che, se non avrà altri soldi, non accenderà gli impianti o lo farà solo a fasce orarie. L’impianto di teleriscaldamento collega tutti gli appartamenti: così, purtroppo, ci ritroviamo tutti penalizzati dal comportamento di un paio di persone. Oltre a renderci disponibili, come tutti gli altri condomini, per un pagamento dilazionato, non sappiamo cos’altro fare. Intanto ci ritroviamo ancora al freddo totale».
E l’inverno, quello vero, fatto di neve e gelate, diventa sempre più vicino.
Alessandra Codeluppi
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