Reggio Emilia, 31 agosto 2013 - «PARMIGIANO alla diossina» grazie all’inceneritore di Parma. Beppe Grillo sul suo blog si scatena contro il termovalorizzatore d’Oltr’Enza, scatenando la durissima reazione del Consorzio del Parmigiano reggiano, prodotto che ha proprio in Val d’Enza la sua culla: «Dire certe cose è un atto di terrorismo nei confronti dei consumatori, originato da affermazioni gratuite legate alla politica e prive di qualsiasi fondamento scientifico», afferma il presidente Giuseppe Alai.

GRILLO era intervenuto sul suo blog definendo quella di giovedì «una giornata particolare con il Pdl e il Pdmenoelle che esultano per l’accensione dell’inceneritore di Parma contro cui il M5S si è battuto usando ogni forma legale.
Esultano per le neoplasie future degli abitanti di Parma, per il cibo avvelenato della Food Valley. Chi mangerà in futuro parmigiano e prosciutti imbottiti di diossina? L’inceneritore è inutile e brucerà rifiuti provenienti da ogni dove, ma loro sono contenti. Loro. Io sono stanco di essere gandhiano, di osservare leggi fatte per favorire i delinquenti».

L’INCENERITORE di Parma è stato al centro della campagna elettorale che ha portato alla vittoria del M5s al Comune di Parma, con il sindaco Federico Pizzarotti. Ma il durissimo braccio di ferro con Iren non è riuscito a bloccare l’accensione dell’impianto. Lo stesso Pizzarotti ha commentato la vicenda con una lettera aperta: «Alla fine della corsa abbiamo avuto ragione, ma al tempo stesso registriamo una grande delusione. Abbiamo avuto ragione perché oggi l’Emilia Romagna, dopo aver attivato otto inceneritori nel cuore della Pianura Padana, si è detta pronta a invertire la rotta, e seguire il percorso ambientalista tracciato dall’Europa. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Ma ci rammarichiamo perché l’Inceneritore di Parma non siamo riusciti a fermarlo».

IL CONSORZIO del Parmigiano Reggiano non ha però tollerato l’attacco di Grillo che ha affiancato il nome del formaggio alla diossina: «Decine di migliaia di operatori economici e di lavoratori, così come milioni di consumatori - afferma Alai - meritano ben altro rispetto, così come lo merita un’eccellenza agroalimentare come il Parmigiano Reggiano. A nessuno sono dunque permesse basse strumentalizzazioni come quella che, in nome di una contesa politica, ha messo in atto Beppe Grillo con dichiarazioni della cui gravità è chiamato a rispondere». Il ministro delle politiche agricole Nunzia De Girolamo ha invece risposto a Grillo dandogli dell’incosciente e bollando le sue affermazioni come «gravissime e prive di ogni fondamento». «Ci vorrebbe un avvocato per valutare se ci sono gli estremi per fare causa - dice Tiberio Rabboni, assessore regionale all’Agricoltura -, ma di sicuro un danno lo fa».