Reggio Emilia, 19 gennaio 2013 - Dopo la camera ardente del cimitero di Coviolo, una frazione di Reggio Emilia, si sono tenuti oggi alle 14 i funerali di Prospero Gallinari, l'ex Br morto a 62 anni per un infarto lunedì scorso mentre usciva in auto dal suo garage sotterraneo in via Fenulli, alla Canalina di Reggio Emilia. Vi hanno preso parte diverse centinaia di persone in una giornata nevosa.

 

Prospero Gallinari prese parte al rapimento di Aldo Moro nel 1978. Dopo l'arresto nel 1979, restò in carcere fino al 1993 quando venne scarcerato per problemi di salute. Gallinari non si pentì mai e fece parte della pattuglia degli irriducibili. La bara era avvolta da un drappo rosso con la stella del comunismo e la falce e martello.

 

Fra i presenti, si è recato alla camera ardente anche l'ex brigatista Raffaele Fiore, sua la famosa impronta della 'manona' sulla portiera dell'auto con Moro. Hanno partecipato anche Oreste Scalzone, fondatore ed esponente delle organizzazioni politiche extra-parlamentari Potere Operaio e Autonomia Operaia; Renato Curcio, tra i fondatori delle Brigate Rosse; Barbara Balzerani, che fu dirigente della colonna romana delle Br e l'ex terrorista Loris Tonino Paroli.


Fra i presenti anche moltissimi giovani vicini ai centri sociali. Si è alzato anche un piccolo cartello con la scritta No-Tav. Un altro cartello inneggiava alla rivoluzione. Per ricordare Gallinari sono intervenuti Paroli (che ha tenuto un’orazione) e alcuni giovani, che hanno letto le poesie di Sante Notarnicola. La bara è stata poi salutata - al momento in cui è stata portata fuori dalla camera ardente per il trasporto nel cimitero - con i pugni alzati.

 

CRIMINOLOGO: UN EVENTO POLITICO DA COMPRENDERE  - “Per la prima volta, dopo oltre trent’anni, si sono ritrovati insieme i maggiori protagonisti della lotta armata e tanti giovani, molti dei quali nati quando le Br maturavano la consapevolezza della ‘ritirata strategica’. I funerali di Prospero Gallinari, per il dibattito che li ha preceduti sui giornali e sui blog tradizionalmente vicini alle posizioni dei ‘detenuti politici’ e per la significativa presenza di militanti di ieri e di oggi, hanno assunto la connotazione di un evento politico di cui va colta la portata’’.

Lo afferma il criminologo Giulio Vasaturo, docente alla “Sapienza” di Roma ‘’La morte di Gallinari ha svelato al Paese quanto sia tuttora vivo un fermento rivoluzionario che guarda al passato e che, in questa congiuntura difficile, ripropone visi, gesti e toni che rischiano di animare nuove vocazioni di rivolta. E tutto ciò, verosimilmente, al di là della stessa volontà di molti di quei ‘reduci’ che a Coviolo hanno salutato l’uomo con cui hanno condiviso illusioni, crimini, fallimenti e lunghe detenzioni”, conclude.