Reggio Emilia, 10 ottobre 2009. L’ALLARME scatta poco prima delle 11 del mattino. Un comunicato dei City Angels - inviato dalla sede centrale di Milano - annuncia che i volontari della sicurezza hanno «sventato uno stupro in stazione». Durante un giro nei pressi di piazzale Marconi, «gli Angeli hanno visto una ragazza terrorizzata circondati da una dozzina di magrebini, che stavano allungando le mani ed erano pronti ad aggredirla».
La notizia rimbalza subito in questura, dove prima del comunicato non erano giunte segnalazioni. Gli uomini della squadra Mobile avviano serrate indagini per capire cosa sia veramente successo visto che a nessun numero di emergenza è mai arrivata la denuncia del fatto.
In poco tempo, si scopre che la versione fornita dai City Angels è quantomeno incongruente su molti e focali aspetti tanto da portare a una ferma censura del loro operato da parte del questore di Reggio, Francesco Perucatti. La presunta vittima è stata sentita dai poliziotti ai quali ha raccontato la sua diretta versione dei fatti. L’ha sentita anche il Carlino e, nella drammatica testimonianza riportata sul giornale, la ragazza racconta la sua vita agra, in balìa di personaggi equivoci nelle ultime due settimane. La giovane ha raccontato inoltre che, nei giorni passati, è stata vittima di due violenze consumate. Violenze che, però, non ha mai denunciato.
''Sono sconcertato: questi volontari agiscono senza autorizzazione e senza coordinarsi con le forze dell'ordine'', dice il questore Francesco Perucatti. ''E' l'ennesima volta - ha detto - che questa associazione interviene senza rapportarsi con noi. Gia' in passato sono stato costretto a richiamarli. Stiamo valutando se a loro carico siano configurabili reati. Sono sconcertato anche per il potenziale sconvolgimento che puo' creare la diffusione di una simile notizia. Non mi risulta che a Reggio i City Angels abbiano il permesso di agire, ne' da noi, ne' dalla Prefettura''
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