LARA FERRARI
Reggio Emilia

Festival di Cannes, grande attesa per ‘Giovinezza’ di Paolo Sorrentino

Tutti i film da non perdere in uscita nelle sale

Uns scena del film Giovinezza di Paolo Sorrentino

Uns scena del film Giovinezza di Paolo Sorrentino

Cannes, 19 maggio 2015 - Vi scriviamo dal Festival di Cannes, 68esima edizione, a due passi dal tapis rouge, dove in questi giorni sono sfilate stelle del calibro di Naomi Watts, Charlize Theron, Julianne Moore, Benicio Del Toro, Matthew McConaughey, Louis Garrell, Cate Blanchett e una moltitudine di altre. Siamo al giro di boa di una kermesse che parla molto di amore - nei suoi risvolti drammatici etero e lesbo - e di storie personali di perdita-del lavoro e di persone care- crescendo di giorno in giorno. A tal punto che pare aver già trovato la sua Palma d’Oro: Carol di Todd Haynes. E siamo al settimo giorno. Potere di un dramma anni ’50-la relazione allora proibita fra due donne, che se la vivono fino in fondo.

E domani. Sì, domani… PAOLO SORRENTINO E CRISTIANO TRAVAGLIOLI. Grande attesa per Sorrentino, che domani porterà in concorso Giovinezza, con Michael Caine e Harvey Keitel nei ruoli di un direttore d’orchestra prossimo al ritiro e di un regista, entrambi anziani. Il film è montato come sempre dal reggiano Cristiano Travaglioli, anch’egli appena arrivato sulla Croisette. Giorno dopo giorno, verso la Palma d’Oro, vi proponiamo le nostre recensioni.

ABBIAMO VISTO PER VOI. CAROL. E lo ‘scandalo’ arrivo’. Ma le virgolette sono d’obbligo. Il Festival di Cannes è abituato agli scandali o presunti tali e non si fa certo scalfire la corazza dai gossip.

In attesa di vedere LOVE di Gaspar Noe’, già autore di Irreversible, sfila sul tapis rouge del Concorso il coinvolgente e ad alto tasso di seduttività CAROL di Todd Haynes, bravissimo regista che riprende a distanza di 13 anni i temi di Lontano dal Paradiso: la solitudine di un amore sbagliato, l’impudenza di vivere un sentimento illecito ma travolgente per l’America dell’epoca, la ricerca di una felicità sognata ma irraggiungibile. Ora come allora siamo nell’America del 1950, New York, dove una signora dell’alta borghesia si invaghisce di una commessa dei grandi magazzini. Lei è Carol, l’altra é Therese. Siamo a Natale e Carol fa compere quando la vede. Vuola acquistare una bambola per sua figlia. Si’, perché la donna, bella e charmant, è sposata naturalmente. Tratto dal romanzo di Patricia Highsmith, che fece ‘giustamente’ scandalo quando usci’ negli Stati Uniti puritani del ‘52, del film non aggiungiamo molto altro perché davvero in questa storia giocano un ruolo fondamentale i sentimenti, l’atmosfera di proibizione in cui vengono vissuti e i destini personali dei tre principali soggetti coinvolti. L’abbandono di Carol alla potenza dell’amore che tutto travolge è disarmante. Ma chiaro. La donna ha l’esperienza di un matrimonio consumato per errore su di sé; al contrario della sua giovane concubina, non ingenua ma ancora dubbiosa circa la propria identità sessuale. No, Carol sa cosa vuole. In qualsiasi maniera si chiami. Sente lo scandalo che potrebbe abbattersi su di lei e pur assaporando l’amore assoluto per Therese ha la capacità di staccarsene quando è il momento. Prima che il dramma dello scandalo le travolga. Voci, sussurri sulla illecita liaision cominciano a diffondersi nella chiusa e bigotta società americana, è tempo di troncare. Ma il destino troverà la sua strada, consentendo a Carol una chance di felicità, contro il muro della gretta ipocrisia in cui è costretta a trascorrere i suoi giorni. Cate straordinaria, gigantesca negli sguardi, Rooney non ancora cosi’ grande ma sulla strada giusta, condivide la scena con la diva in modo personale e sorprendente.

MIA MADRE di Nanni Moretti ha raccolto due minuti buoni di applausi da parte della critica commossa e colpita dall´opera del regista romano. Presentato per il concorso al Grand Theatre Lumiere il film è incentrato sul tema filosofico della morte, in questo caso della propria madre, affrontato in due modalità opposte da parte della figlia e del figlio, cosa che ha toccato profondamente le corde degli spettatori del Palais. Un fatto straziante e inesorabile, la morte di un genitore, si infila lento nella vita dei due protagonisti Giovanni e Margherita – interpretata dalla Buy in un accostamento di nome ed espressivita che non pare affatto una semplice ragione di casting quanto un avvicinarsi alla mentalita del personaggio. Margherita infatti e una regista di cinema; convinta che per interpretare bene un ruolo sia necessario ´essere nella parte ma anche accanto ad essa´. Giovanni e diverso; un ingegnere pragmatico come la sua professione. Il primo a capire la gravita della malattia materna. I giorni dei due fratelli passano lenti –accanto la letto di ospedale – ma in fretta travolti dalla nostra vita convulsa e il film ha il grande dono di raccontare le vicende di questi personaggi persone con realismo; il piu possibile privo di retorica. Lo dira anche Margherita in una scena riuscita del film. Moretti si prende una pausa dal suo egocentrismo incarnando una parte meno appariscente per lasciare campo aperto alle nevrosi; stavolta giustificate e toccanti; di Margherita Buy. Che abbiamo visto raggiante in abito rosso fiamma al photocall. Con John Turturro nella parte del divo capriccioso e assente Barry Huggins; perfetto contraltare alla presenza richiesta dalla necessita e dall affetto nei confronti della propria genitrice dei due protagonisti. Che vada a premio ...

THE LOBSTER è il nuovo film del greco Yorgos Lanthimos in concorso a Cannes, e fa pensare molto. E darà da pensare parecchio ai giurati, nell’arco di un festival avaro di sorprese. In un futuro prossimo e minaccioso, i single sono banditi. Meglio farsi trovare in coppia e se non è possibile, allora procurarsi un partner alla svelta. Perché l’amore, ma solo quella a due, ci salverà. Pensate a un film romantico e passionale? Niente affatto. Piuttosto Lanthimos, dotato di una visione fra le più originali del cinema contemporaneo, indica una società blindata, tirannica, dove amore è semplicemente il nuovo nome dell’ordine costituito. Colin Farrell è un ingegnere appena rimasto solo, ospite volontario di un hotel molto particolare, che applica una strada forma di terapia delle emozioni. L’unico modo per tornare a vivere per l’essere umano, dopo un’esperienza di lutto, letterale o traslato, è mettersi con qualcuno. Le stanze dell’hotel sono cellette e gli ospiti obbligati a scegliersi un animale, in caso di mancata obbedienza delle regole e successiva punizione. Idea strepitosa. Ridurre gli uomini a bestie in cattività, un’altra forma di riduzione in schiavitù o alla meno peggio assoggettamento al potere di una dittatura. Morale, dello spirito. Perciò complimenti al greco per la scelta del soggetto e del contesto sociale in cui tradurlo. Ma c’è qualcosa che, dopo la prima ora, non gira per il verso giusto. il concetto di fondo è l’alienazione di una società di individui nati soli, ma incapace di stare da soli.tanto che il paradosso diventa l’auto coercizione a vivere uno stato - la coppia - che dovrebbe essere per natura una libera scelta. Che cosa può derivare da tutto ciò? Quale degenerazione può generare una collettività ridotta a mandria addomesticata? Perciò, grande immaginazione, propria di Lanthimos, ma mancanza di timone nella fase cruciale, il secondo tempo, che viene contrapposto a un primo tempo fantasioso, ispirato, esilarante come solo l’elaborazione di una tragedia può essere. Purtroppo la parte più farraginosa e tediosa di tutta la narrazione coincide con l’ingresso in scena della bella e brava Rachel Weisz. E anche Léa Seydoux poteva essere impiegata meglio. Lanthimos perde il bandolo di una matassa originale per definizione - l’animale in cui sceglie di venire trasformato il protagonista è un’aragosta - e che lui per primo aveva definito così bene. The Lobster partiva fra i favoriti. Partiva. Vedremo che ne faranno i giurati.

INCONTRI ON-THE-GO SULLA CROISETTE Da Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema, salendo fino a Matthew McConaughey. Splendido nonostante il barbone e gli occhiali scuri; fino a Naomi Watts, che si è comprata un piccolo Panama per l’occasione. Cate Blanchett in nero e stringhe e Rooney Mara virginale abbiamo visto di tutto. La più emozionata di tutte si è rivelata Catherine Deneuve.

Eccoci alle uscite dal 20 al 26 maggio nelle sale reggiane!

GIOVINEZZA di Paolo Sorrentino, con Harvey Keitel, Michael Caine, Rachel Weisz. Primavera. Fred e Mick, due vecchi amici alle soglie degli ottant’anni, sono in vacanza insieme in un elegante albergo ai piedi delle Alpi. Fred, compositore e direttore d’orchestra, è ormai in pensione mentre Mick, regista, è ancora in attività. I due amici decidono di affrontare il futuro insieme e guardano con curiosità e tenerezza alla vita dei loro figli, dei giovani scrittori entusiasti di Mick e degli altri ospiti dell’albergo, tutta gente che sembra avere davanti a sé ancora l’intera esistenza. E mentre Mick si sforza di finire la sceneggiatura di quello che sarà il suo ultimo film, Fred non ha alcuna intenzione di rimettersi al lavoro.

LOUISIANA di Roberto Minervini. In un territorio invisibile, ai margini della società USA, sul confine tra illegalità e anarchia, vive una comunità dolente che tenta di reagire a una minaccia: essere dimenticati dalle istituzioni e vedere calpestati i propri diritti di cittadini. Veterani in disarmo, adolescenti taciturni, drogati che cercano nell’amore una via d’uscita dalla dipendenza, ex combattenti delle forze speciali ancora in guerra con il mondo, giovani donne e future mamme allo sbando, vecchi che non hanno perso la voglia di vivere. In questa umanità nascosta, si aprono gli abissi dell’America di oggi.

TOMORROWLAND di Brad Bird, con George Clooney e Hugh Laurie. Legati da un destino comune, una brillante e ottimista adolescente, mossa da molta curiosità scientifica, e un ex inventore bambino prodigio ormai disilluso uniscono le loro forze per imbarcarsi in una pericolosa missione per scoprire i segreti di un luogo enigmatico, situato da qualche parte nel tempo e nello spazio e che esiste nella loro collettiva memoria come Tomorrowland, la terra di domani.

GLI IMPRESSIONISTI Al cinema solo per un giorno, martedì 26 maggio, la straordinaria storia dell’Impressionismo e del visionario mercante d’arte che per primo sostenne il movimento: Paul Durand-Ruel. Un tour cinematografico in contemporanea mondiale tra le opere del Musée d’Orsay e Musée du Luxembourg di Parigi, della National Gallery di Londra, del Museum of Art di Philadelphia in occasione della mostra che sta conquistando Londra, Inventing Impressionism. Gli Impressionisti, il tour cinematografico tra le opere di Monet, Cézanne, Degas, Renoir trasmesso in contemporanea mondiale in oltre 1000 sale cinematografiche in Europa, Stati Uniti, Canada, Africa, Asia, Australia, Nuova Zelanda e America Latina, condurrà lo spettatore attraverso la più completa mostra mai realizzata sull’Impressionismo per una visita esclusiva e privilegiata attraverso opere passate tra le mani di Durand-Ruel, che supportò l’Impressionismo quando ancora l’establishment internazionale lo ridicolizzava.

BERSERK L’EPOCA D’ORO - CAPITOLO III L’AVVENTO Uscita evento solo il 19 e il 20 maggio Guts torna dai Falchi e scopre che, dopo la sua partenza, Griffith è stato catturato e fatto prigioniero dalle truppe del Re di Midland. Guts, Casca e i Falchi partono subito alla volta del castello di Midland per salvare la loro guida. Una volta giunti nelle terribili segrete in cui è rinchiuso, grazie all’aiuto della principessa Charlotte, devono affrontare un’atroce realtà: Griffith non è più il fiero guerriero di un tempo; dopo mesi di strazianti torture e terribili mutilazioni, è un uomo agonizzante, in fin di vita, che ha perso l’uso degli arti e della parola. Guts, Casca e tutti gli altri compagni sono in preda al panico ed alla disperazione, ignari dell’inimmaginabile pericolo che li attende con l’arrivo di un’eclissi. Durante questo evento, Griffith, sedotto dal lato più oscuro del male, dovrà infatti intraprendere una durissima scelta per raggiungere i suoi obiettivi.