Andrea Fiori
Cronaca

Se la politica non ha capito

Andrea Fiori

Reggio Emilia, 28 settembre 2014 - COPPOLA nera calata sulla fronte, sguardo tagliente, tra le labbra lo scacciapensieri, il malarruni. E magari la lupara a tracolla. Come osserva Sabrina Pignedoli a pagina 25, del mafioso conserviamo tutti un’immagine antica e vaga, condizionata dagli stereotipi del cinema. Da noi la mafia non è militare. È un’altra: non si fa vedere, non si fa sentire perché qui ricicla in silenzio fiumi di denaro sporco, fa grandi affari con gli insospettabili, si insinua nei palazzi della politica per ottenere favori, taglia fuori dal mercato i concorrenti onesti. Va in bicicletta, sorride, parla con gentilezza ed educazione. È impalpabile. Ma c’è, illuminata appena dal baluginio notturno delle auto incendiate. Esiste a Brescello — nella miriade di brescellesi retti — come in buona parte dei centri più ricchi, a partire dalla città. Non sono ingiurie, e nemmeno fantasie. Lo dice la Dia. Lo dice la Cassazione. La mafia è un’enormità che impone una scelta: o di qua o di là. I ‘sì però’ sono già un’accettazione. Contestare così duramente gli esponenti delle istituzioni, come ha fatto ieri il Pd di Montecchio, è sconsolante. Significa che tanti politici, nonostante il gran parlare di questi giorni, non hanno capito: in gioco non c’è un pugno di voti, non c’è una bandiera, ma la sopravvivenza stessa del confronto civile e democratico.