Uccide la moglie, Cassazione annulla la sentenza

Brescello, la vittima Rachida Radi voleva vivere all’occidentale

La vittima Rachida Radi, 34 anni

La vittima Rachida Radi, 34 anni

Reggio Emilia, 12 marzo 2015 - La Cassazione ha annullato la sentenza di della Corte d’Assise d’Appello di Bologna che aveva confermato la condanna a 30 anni per Mohamed El Ayani, marocchino di 41 anni, imputato per l’omicidio della moglie, Rachida Radi, uccisa a 34 anni con diciassette martellate, il 9 novembre 2011 nella loro casa di Sorbolo Levante di Brescello. A scatenare l’ira dell’uomo il fatto che la moglie volesse vivere ‘all’occidentale’ e aveva presentato la richiesta di separazione.

Il gip del tribunale di Reggio aveva condannato El Ayani a 30 anni in abbreviato, riconoscendo le attenuanti generiche subvalenti alle due aggravanti, ovvero il fatto di aver commesso il delitto nei confronti della moglie e l’aggravante della crudeltà.

Elemento, questo, che è sempre stato contestato dal difensore del marocchino, l’avvocato Domenico Noris Bucchi. La Corte d’Assise d’Appello, nell’ottobre 2013, ha però confermato la condanne.

Ieri la Cassazione ha, invece, cancellato il procedimento accogliendo quanto fatto rilevare nella sua difesa dall’avvocato Bucchi, che ha sostenuto come il numero di colpi inferti alla vittima non sia determinante per stabilire che abbia agito per crudeltà; potrebbero anche essere dettati dall’impeto e dalla volontà di uccidere la donna. Ora il processo torna in Corte d’Assise d’Appello.