MATTEO ZANICHELLI
Cronaca

"Minacce ai medici per fare certificati". Due dottoresse dell’Ausl a processo

Denuncia di Unindustria. La difesa: «Facevano il loro dovere»

Minacce ai medici per fare certificati

Minacce ai medici per fare certificati

Reggio Emilia, 27 febbraio 2016 - Due medici del servizo Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Ausl reggiana sono stati rinviati a giudizio con le accuse di tentata concussione e abuso d’ufficio. Si tratta di Marinella Martinelli, 64 anni, residente in città e Loredana Guidi, di 56, di Quattro Castella. Secondo l’accusa, «avrebbero esercitato ripetute pressioni e intimidazioni nei confronti di un medico aziendale che operava in una ditta di Cavriago, affinché rilasciasse certificati di malattia professionale ad almeno cinque dipendenti». Ma il medico aziendale non avrebbe cambiato idea, ricevendo dalle due donne, vista la sua contrarietà, la minaccia di una denuncia alla procura per omissione di referto.

Guidi avrebbe convocato il medico per un incontro sulla situazione dei lavoratori della ditta cavriagnese, avvenuto l’8 febbraio 2012, e poi sottoscritto un verbale di prescrizione nei suoi confronti, senza opporsi a Martinelli. Durante quest’appuntamento, Martinelli avrebbe detto al dottore di non aver assolto il proprio dovere e lo avrebbe invitato a firmare un verbale, cosa che lui si è rifiutato di fare. Poi al medico è stata inoltrata una cartella di prescrizione, «con chiaro intento ritorsivo» – secondo l’accusa – attribuendogli di non aver inoltrato, come avrebbe dovuto, la denuncia di malattia professionale. A suo carico anche una multa, di 645 euro, che il medico ha pagato. Marinelli deve rispondere di un ulteriore episodio, risalente al 2013, nei confronti di un altro medico attivo in una ditta di Guastalla.

Giovedì si è svolta l’udienza preliminare, durata quattro ore, in cui il procuratore capo Giorgio Grandinetti ha chiesto il rinvio a giudizio per le due donne, che è stato accolto dal giudice Giovanni Ghini. La vicenda è partita dalla denuncia dell’associazione Unindustria di Reggio, allora guidata dal presidente Stefano Landi e assistita dall’avvocato Roberto Sutich, a cui fecero seguito ulteriori denunce di alcune aziende reggiane. Giovedì il legale Sutich si è costituito parte civile sia per i due medici attivi nelle ditte di Cavriago e Guastalla sia per Check up service, società collegata a Unindustria che fa consulenza in medicina del lavoro per circa settecento aziende. «Ho fatto valere la costituzione a parte civile – spiega il legale Sutich – per il grave danno d’immagine subito dai due medici per la condotta delle donne. Ma c’è anche un danno d’immagine per le aziende coinvolte per gli aspetti sanzionatori».

A difendere Marinella Martinelli sono i legali Antonio Petroncini e Valentina Di Loreto del foro di Bologna. Ad assistere Guidi è invece il legale Andrea Davoli. «Le accuse sono inconsistenti – spiega Davoli –. Le dottoresse avevano notato che da anni, in queste aziende, dove pur ci possono verificare malattie professionali collegate a particolari attività, stranamente non ne veniva rilevata nessuna. Hanno solo fatto il loro dovere». Secondo quanto trapela, un’informativa parlerebbe di una presunta vicinanza delle dipendenti a un patronato reggiano, la Inca Cgil, con cui si sarebbe instaurato una sorta di rapporto ‘privilegiato’ nell’invio dei lavoratori alle due donne per avere una ‘sicura’ certificazione delle malattie. Tutte queste accuse e questi scenari saranno analizzati in aula il 6 aprile quando partirà il processo.

Il direttore del dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl di Reggio Mauro Grossi, da noi interpellato, afferma che «in carico al servizio di Prevenzione e sicurezza sul lavoro non risulta alcun dipendente sospeso dall’attività lavorativa». L’Ausl, inoltre, «non ha ancora ricevuto alcuna notifica di provvedimenti relativi al procedimento». Da quanto emerge, però, le due donne sarebbero state sospese come pubblici ufficiali.