Reggio Emilia, 27 luglio 2016 - Espulso dal ministero dell’Interno «per motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato: potrebbe agevolare le organizzazioni terroristiche e le loro attività in vario modo». Con questa motivazione ieri mattina gli agenti della Digos hanno dato esecuzione al provvedimento nei confronti di un marocchino di 51 anni, Mohammed Madad: ora faceva l’imam a Noventa Vicentina, dov’è stato prelevato, ma fino a cinque -sei mesi fa era capo religioso nel centro islamico di Gatta di Castelnovo Monti e risultava residente a Carpineti, dove tuttora abita la sua famiglia.
Il provvedimento, per motivi di sicurezza, è esteso dai dieci anni di prassi a quindici. Gli agenti della Digos reggiana, guidati dal dirigente Lucio Di Cicco, lo seguivano da sei-sette mesi prima del suo trasferimento nel Vicentino: nel momento del cambio di domicilio, hanno allertato i colleghi dell’altra città. A Noventa, secondo le risultanze investigative, si sarebbe contraddistinto per i sermoni violenti proferiti contro l’Occidente, una visione dell’Islam vicina all’ideologia più estremista, l’educazione rigida impartita ai bambini della comunità e anche i maltrattamenti ai propri figli. Ma, da quanto trapela, i primi segnali di quest’attitudine estremistica sarebbero emersi già nella nostra provincia.
L'imam aveva chiamato una delle sue figlie Jihad.