Reggio Emilia, 24 luglio 2017 - Cammina in mezzo alla strada a braccia alzate, urlando «Allah, Allah», come un automa. A questa scena assistono ieri mattina, alle 8.30, alcuni cittadini che rimangono impietriti. Uno di loro è in via Emilia Ospizio, all’altezza della gelateria Novanta, quando la sua attenzione viene richiamata dallo strano – e allarmante – comportamento. «Ho sentito l’invocazione ad Allah ripetuta ad alta voce più volte e mi sono voltato. Ho visto quel ragazzo, che avrà avuto 25-26 anni, mentre camminava urlando. Ero impietrito».
Dietro di lui c’era però una pattuglia dei carabinieri che pian piano lo seguiva. A un certo punto da via Emilia Ospizio il ragazzo svolta in via Vecchi, dove continua a ripetere lo stesso comportamento – urla ad Allah e braccia levate al cielo – attirando l’attenzione di residenti, che si affacciano anche dalla finestra, e passanti che si fermano a guardare cosa stesse succedendo. Qualcuno, però, si spaventa e si allontana, temendo di avere a che fare con un terrorista: l’eco degli attentati avvenuti in Europa ha indotto tutti a essere più sospettosi e prudenti. Arrivano di rinforzo anche altre due pattuglie dei carabinieri: i militari scendono, con i mitra al fianco, e intimano al giovane di buttarsi a terra. «Ma lui andava avanti», racconta il testimone, finché i militari, usando lo spray al peperoncino, lo immobilizzano. «Mi è anche passato di fianco: per un attimo – racconta – ho temuto che volesse farsi esplodere. Poi, quand’ho visto che i carabinieri lo avevano bloccato, mi sono tranquillizzato. Ma la paura sarà durata dieci minuti». Arriva anche un’ambulanza, che porta via il giovane: dalle prime verifiche emerge che l’uomo, pare di origine orientale, sarebbe fuggito da un centro di salute mentale di viale Risorgimento dove i carabinieri si sono recati per ulteriori accertamenti.