Ravenna, 18 febbraio 2013 - LA ‘FOLLIA’ e l’emarginazione degli artisti di Borderline, la nuova mostra d’arte inaugurata sabato scorso al Mar, viene riscattata da una presenza straordinaria di visitatori nella prima domenica di apertura. Segno che l’azzardo firmato Claudio Spadoni, direttore scientifico del Museo d’arte della città, è stato premiato. Sono stati ben 750 i visitatori nella giornata di ieri: una cifra da record, più che positiva.
Ravennati e non si sono quindi immersi a capofitto nell’esposizione. Da Bosch a Dalì, dall’Art Brut a Basquiat, nomi noti e nomi ‘folli’ che si intrecciano trasformando la galleria in un momento di avvicinamento ad una vita, quella di questi artisti, caratterizzata da un percorso spesso segnato dall’alienazione. «In questi giorni ci trovavamo a Ravenna per visitare la città — raccontano Marco Amicarelli e Mirosa Ferrero, provenienti da Milano —, e appena abbiamo saputo della mostra ci siamo immediatamente organizzati per venirla a vedere. Molti di questi artisti avevamo già avuto modo di apprezzarli in mostre precedenti, sia in Italia che all’estero, ma non mi stanco mai di vedere le loro opere».
All’inizio del percorso le aspettative sono molteplici. «Io studio mosaico all’Accademia di belle arti qui a Ravenna — spiega Luis Lorenzo, giovane spagnolo che, alla mostra, ha voluto accompagnare anche la sua fidanzata Eva — quindi non potevo assolutamente perdermi l’opportunità di venire ad ammirare le opere di questi grandi artisti di cui ho letto per lungo tempo». Camminando la giovane coppia si sofferma su ogni singolo quadro. Si avvicinano, si allontanano, quasi a voler cercare di cogliere tutte le sfumature che si celano dietro ogni capolavoro.
Anche i ravennati non si fanno sfuggire l’appuntamento. «Leggendo dell’esposizione mi sono molto incuriosito — afferma Giancarlo Casadei —. Certamente non è un tipo di arte che si addice al mio gusto, ma devo dire che, seppur inconsueto per la nostra città, lo trovo ugualmente un percorso molto interessante». Addentrandosi per le vie di Borderline si giunge al secondo piano del Museo. Qui la mostra termina con alcune delle opere più belle. I mitici autoritratti del celebre pittore italiano Antonio Ligabue, che in manicomio vi finì addirittura due volte, donando però al pubblico opere di grande intensità.
I COMMENTI di chi esce sembrano essere di grande soddisfazione. Segno che le aspettative all’ingresso, non sono state in alcun modo tradite. «L’ho trovata una mostra stupenda — interviene Nicola Polverelli, riminese —, molto particolare e con artisti, tranne quelli più conosciuti, decisamente fuori dall’ordinario. Credo che sia stato fatto un ottimo lavoro di ricerca da parte degli organizzatori». Poco distante da Nicola si trova Roberta Rossi, anch’essa giunta da Rimini appositamente per la nuova mostra del Mar. «Devo ancora terminare di vedere gli ultimi quadri — sottolinea —, ma per quanto mi riguarda devo dire che si tratta di un percorso artistico ben riuscito». Insomma il primo giorno sembra aver promosso il museo ravennate e i suoi artisti tra normalità e follia.
Alessandro Cicognani
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