RITA BARTOLOMEI
RITA BARTOLOMEI
Cronaca

Emilia Romagna, lo sceicco del Qatar che finanzia le moschee

Le 5 donazioni di una ricchissima organizzazione attiva in tutto il mondo

La moschea di Ravenna (foto Corelli)

La moschea di Ravenna (foto Corelli)

Ravenna, 22 dicembre 2016 -  L’uomo che finanzia le moschee è un principe sceicco del Qatar, nelle interviste mostra modi impeccabili e sguardo magnetico. Sua Altezza Reale Hamad Bin Nasser Bin Jassim Al Thani, potentissimo e ricchissimo, è al vertice di Qatar Charity, organizzazione no profit che fa opere di bene in tutto il mondo ma è anche molto «impegnata attivamente nel preservare la cultura islamica attraverso la costruzione di moschee e l’insegnamento del Corano», così si legge ad esempio nella sua ragione sociale.

In Emilia Romagna la onlus qatarina è stata molto generosa, ha donato allo scopo milioni di euro. Ravenna, Mirandola, Piacenza, Ferrara, Argenta: queste sono le tappe conosciute delle elargizioni. Il collettore dei finanziamenti di solito è l’Ucoii, associazione vicina storicamente ai Fratelli musulmani. Tra gli aiuti più impegnativi quello arrivato a Ravenna, 800mila euro in due tranche per realizzare l’unica vera moschea della regione, la seconda d’Italia per grandezza dopo Roma.

Importante anche la donazione fatta a Piacenza, «il centro è costato più di un milione, in buona parte finanziato da Qatar Charity attraverso l’Ucoii, ma non ricordo bene la cifra esatta». Così il direttore Yassine Baradai. La cerimonia inaugurale è recente, cronaca del 24 maggio, era presente lo sceicco Al Thani. Il giorno dopo, il principe era a Mirandola, eccolo elegantissimo in abiti occidentali mentre taglia il nastro della nuova casa per la preghiera dei musulmani, rinata dalle macerie del terremoto 2012.

Qatar Charity ha donato mezzo milione di euro, la Regione ha messo il resto per arrivare al totale di un 1 milione e cento. Sorrisi ai fotografi, da una parte il sindaco, dall’altra Yassine Lafram, giovane e attivissimo presidente della comunità islamica bolognese. «Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla nascita del nostro centro, un valore aggiunto per la città», il discorso dello sceicco, che in quei giorni di tour italiano ha inaugurato ben cinque moschee in giro per il Paese. Nel cratere emiliano però è scoppiata subito una coda polemica. Anche perché qualcuno ha fatto notare: le chiese cattoliche sono sempre lì, in attesa di tornare alla vita di prima.

La mano benefica della Qatar Charity è arrivata anche a Ferrara e Argenta, in città 100mila euro, fanno sapere dalla comunità.

Non si conoscono, invece, donazioni su Bologna. Anzi, qualche giorno fa Lafram ha rivendicato: «Non c’è nessuno che ci dà una busta con 5mila euro, non ci sono Stati arabi che ci finanziano. Facciamo la colletta per pagare affitti e bollette delle sale di preghiera». Anche se d’ora in poi il problema dei fondi si porrà. Proprio Lafram subito dopo quella premessa ha rilanciato l’idea di «una vera e propria moschea» a Bologna. Progetto che pareva cosa fatta al tempo di Cofferati. Prima di un precipitoso dietrofront, il sindaco Merola allora faceva l’assessore.