ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Fusignano, cane morì azzannato. La padrona verrà risarcita

Il giudice: "Il rapporto con l’animale completa la personalità"

Fusignano, zuffa tra cani, uno morì azzannato. Il giudice dispone di risarcire la padrona

Fusignano (Ravenna), 14 ottobre 2017 - Oscar, magnifico esemplare di golden retriever di 4 anni proveniente da un allevamento di Rimini, era morto dopo tre giorni di agonia. Un decesso arrivato in seguito a una zuffa con un cane del vicinato, un altro golden retriever: era bastato un morso sulla spina dorsale per fare cadere Oscar a terra su un fianco ormai paralizzato. E a nulla era valso il successivo ricovero in un’apposita struttura di Reggio Emilia.

Per quanto accaduto tre anni fa a Fusignano, il giudice Alessandra Medi ha di recente condannato i due proprietari dell’animale che ferì Oscar (quindi l’assicurazione che li tutela) a pagare poco più di 4mila euro di spese di lite. Ma soprattutto a risarcire la proprietaria dell’animale, un’avvocatessa fusignanese, con quasi 4.500 euro, di cui circa 3.500 per le spese mediche affrontate e per l’acquisto di un nuovo cucciolo. E altri 1.000 euro per «l’inevitabile sofferenza che consegue – si legge nella sentenza – quando il rapporto tra padrone e animale d’affezione viene meno». Del resto tale rapporto «costituisce espressione di una relazione di completamento e sviluppo della personalità individuale».

E questo è il punto, ciò che rende la vicenda di interesse diffuso. Vuoi perché la morte di un animale domestico è esperienza che ha toccato un po’ tutti. Vuoi perché l’inquadramento giuridico degli animali domestici è in rapida evoluzione, tanto che c’è chi vorrebbe fossero considerati membri della famiglia.

Il fatto risale al 10 giugno 2014. Secondo quanto esposto in citazione, è verso le 15-15.30 di quel giorno che l’avvocatessa, di ritorno in studio con il cane al guinzaglio, viene aggredita dall’altro golden retriever che la fa cadere. A quel punto il guinzaglio le scivola di mano e Oscar viene centrato con un morso sulla schiena e cade a terra inerme, là dove poi l’altro cane continua a morderlo. Versione confermata da un vicino che aveva visto la scena dalla finestra e che aveva aggiunto che il padrone del cane, dopo avere staccato l’animale dall’altro, si era adoperato per il messaggio cardiaco di Oscar.

Un altro vicino aveva invece sostenuto che i cani fossero entrambi senza guinzaglio e che Oscar fosse capitolato dopo alcuni minuti di zuffa: era stato il padrone del secondo golden a dividerli e a mettere il guinzaglio al suo. In ogni modo per il giudice l’animale gli era sfuggito dal controllo: e se ciò non fosse accaduto, «non si sarebbe verificato alcuno scontro tra animali». In questo senso, la responsabilità «ha carattere oggettivo: perché sussista, è sufficiente provare il nesso causale tra l’azione dell’animale e i danni da lui cagionati». Il padrone del cane, per non incappare in tutto ciò, «avrebbe dovuto fornire la prova del caso fortuito», cioè di un «evento estremo e imprevedibile». Prova che in questo caso «non può dirsi raggiunta».