Ravenna, 28 novembre 2012 - Quattro ‘case chiuse’ mascherate da centri massaggio, frequentate da circa 650 clienti, dove si prostituivano ragazze di etnia cinese costrette a lavorare con turni massacranti, sono state scoperte dai carabinieri Comando provinciale di Bolzano che hanno eseguito una vasta operazione anticrimine tra le province di Trento, Sondrio, Ravenna e Lecco.
Sei persone sono state arrestate per induzione e sfruttamento a livello ‘industriale’ della prostituzione: 4 gli immobili sequestrati e decine le perquisizioni ancora in corso su tutto il territorio nazionale. Le donne, solo cinesi, venivano reclutate attraverso inserzioni su riviste cinesi, allettate da promesse di attività lavorative lecite con la prospettiva di uno stipendio garantito fino a 3.500 euro al mese e poi costrette - pena l`allontanamento immediato - a prostituirsi nei centri massaggio (o con servizio a domicilio a costi raddoppiati) a Bolzano, Pineta di Laives e Trento.
L`attività investigativa ha permesso di delineare i vari ruoli - capi e gregari - degli arrestati all`interno dell`organizzazione definendo i compiti e mansioni per ciascuno di essi, dal reclutamento, alla pubblicizzazione, alla scelta degli immobili con contratti d`affitto ad hoc e attivazione utenze, fino al sostegno logistico e la fidelizzazione del cliente. Imponente il flusso di denaro documentato: ogni prostituta arrivava a soddisfare una media di circa 25 clienti al giorno e ciascun centro era in grado di gestire anche 1.300 chiamate giornaliere.
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