Ravenna, 21 aprile 2012 - AVEVA appena intascato una busta con dentro banconote per quindicimila euro. Gliele aveva consegnate una commerciante contitolare di un noto negozio di abbigliamento di Milano Marittima che già aveva avvertito la Procura della richiesta concussiva di cui era stata vittima. E quando l’uomo, Nicola Ricciardi, funzionario 42enne dell’ufficio legale dell’Agenzia delle Entrate di Ravenna, è salito in auto, parcheggiata vicino al bar di Milano Marittima in cui si era incontrato con la commerciante, sono intervenuti poliziotti e finanzieri e sono così scattate le manette. L’uomo è indagato, in stato di arresto, per concussione.
Quello di ieri è stato l’epilogo di una vicenda che sconcerta per la spudoratezza dimostrata dal pubblico ufficiale, che era iniziata oltre un mese fa e che è stata rappresentata nei dettagli al pm Lucrezia Ciriello martedì scorso dopo che la vittima delle richieste concussive — una donna di 47 anni — si era rivolta all’avvocato Lorenzo Valgimigli, di Faenza. E da martedì a ieri è stata predisposta la ‘trappola’ messa a punto dal personale di polizia e della finanza della sezione di pg del magistrato.
Andiamo con ordine. Lo scorso anno la contabilità del negozio di abbigliamento di cui è contitolare la signora era stata oggetto di una verifica fiscale da parte della Guardia di Finanza ed erano state rilevate alcune presunte irregolarità nel senso di errori di fatturazione. La contabilità del negozio è gestita peraltro da un noto studio commercialista di Ravenna.
LA FINANZA ha poi inviato il risultato dell’accertamento all’Agenzia delle Entrate contestando un’elusione fiscale per 800mila euro. Quando la contestazione è stata notificata alla commerciante, questa si è rivolta al commercialista e poi a un avvocato tramite il quale è stato predisposto il ricorso alla Commissione tributaria di primo grado presso cui già è stato conseguito un primo risultato, ovvero la sospensione dell’esecutività dell’accertamento. E’ stato subito dopo il ricorso che Ricciardi, stando alla denuncia della commerciante, si è presentato nel suo negozio di Milano Marittima (i due si conoscevano) prospettando un proprio interessamento e una soluzione positiva della vicenda previo versamento di una discreta somma.
Per comprendere lo scenario è necessario evidenziare che buona parte dei ricorsi davanti alle Commissioni tributarie si chiudono con una transazione fra Agenzia delle Entrate e diretto interessato. Stando alla denuncia, il funzionario dell’Agenzia ravennate, nel corso di numerosi incontri con la commerciante, le ha prospettato da una parte il proprio interessamento per chiudere la partita a 150mila euro e dall’altro ha minacciato di operare per aggravare la posizione della commerciante rammentando che nei suoi confronti era in corso un ulteriore accertamento su un conto personale e che ben facilmente quella contestazione di 800mila euro sarebbe potuta salire vertiginosamente.
A quel punto la commerciante, opportunamente istruita, ha incontrato ancora una volta Ricciardi in un locale di Milano Marittima, ha registrato la conversazione in cui è stata espressa la richiesta estorsiva di 15mila euro («Si tratta di un anticipo, questa somma la devo dividere con altri» le ha detto), poi si è rivolta all’avvocato Valgimigli e quindi ha consegnato tutto al pm Ciriello. E ieri, giorno dell’appuntamentio per consegnare la somma, la signora, provvista di un telefono cellulare già attivato, ha incontrato il funzionario in un bar e gli ha consegnato la busta con il denaro. Subito dopo sono scattate le manette.
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