Bologna, 3 febbraio 2021 - Mario Draghi, dovesse guidare lui un futuro governo, è una persona autorevolissima per il prestigio che ha in Europa e nel mondo e noi in Europa non possiamo perdere credibilità perché è l'ultima volta che ci verrà concessa se mai ce la concederanno di nuovo. Però è evidente che perderà di peso la forza della politica dei partiti". Cosi' Stefano Bonaccini, presidente dell' Emilia- Romagna, ieri sera a 'Cartabianca' su Rai3.
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"La propaganda è legittima in politica. A me la propaganda non è mai piaciuta e io sono convinto che serva invece che parta un governo sostenuto da chi crede che bisogna mettere gli interessi del Paese davanti agli interessi del proprio partito", ha affermato commentando le parole di Giorgia Meloni sulla decisione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Giorgia Meloni infatti auspicava di andare a votare. "Speravo che non andasse a finire così. Devo dire per fortuna che c'è Sergio Mattarella che ancora oggi sta dando una lezione a tutti", ha ammesso. La responsabilità? "Non ci può mai essere la responsabilità di uno mi pare però che Renzi disse che aveva sbagliato ad aprire la crisi in questo momento - ha evidenziato Bonaccini - e mi pare si sia assunto la responsabilità di farla precipitare al punto che domani il Capo dello Stato invece che affidare un nuovo governo ad un Conte ter con un centrosinistra ovviamente sarebbe dovuto essere più ampio, chiamerà Mario Draghi io mi auguro si dia vita ad un governo. Le elezioni in questo momento sarebbe l'ultima cosa che serve. Infatti, c'e' un Recovery Plan da presentare all'Europa, c'e' un piano vaccinale appena partito e poi c'e' un semestre bianco". "Ringrazio Conte per l'impegno che ci ha messo, per il servizio che ha reso al Paese, non so cosa farà ora. Con lui ho avuto un ottimo rapporto", ha aggiunto.
Mario Draghi: chi è
Mario Draghi è nato a Roma il 3 settembre 1947 èd è un economista e banchiere italiano. Si è formato all'Università Sapenza di Roma e al Mit di Boston. In passato è stato funzionario del Ministero del Tesoro, professore universitario e ha lavorato anche in Goldman Sachs. Nel 2005 è stato nominato Governatore della Banca d'Italia al posto di Antonio Fazio, diventando membro del Consiglio Direttivo e del Consiglio Generale della Banca centrale europea, di cui diventa presidente dal 2011 al 2019.
Draghi governo: la possibile lista dei ministri
Possibile, ma improbabile: e se Mario Draghi si presentasse al Quirinale con la lista dei Ministri del suo governo gia' pronta? Sono in parecchi ad averlo pensarlo gia' da ieri sera, da quando e' stata resa nota l'ora della convocazione, le 12, per il conferimento dell'incarico da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Percepito come un vaccino per salvare l'Italia alla deriva, il Governo che Draghi si appresta a formare sara' un esecutivo snello, di circa 16 ministri, depurato dai dicasteri doppioni e formato, probabilmente da diversi esponenti della task force guidata da Vittorio Colao. Un dream team, come era stato definito, che aveva elaborato una serie di progetti per rendere il Paese competitivo e riavviare l'economia nel corso e soprattutto dopo la pandemia.
Piani e progetti che ora potrebbero rappresentare, assieme ai protagonisti di quel team, il volano di partenza del governo di ricostruzione presieduto dall'ex Presidente della Bce, che dopo aver salvato una prima volta Roma, e l'euro, acquistando il debito pubblico italiano, sorreggendo economicamente il Paese ed evitandogli il default, prova ora a rimettere in piedi l'Italia. Questo il quadro dei probabili Ministri: Affari Esteri- Elisabetta Belloni, Andrea Riccardi, Marta Dassu'; Interno - Luciana Lamorgese; Difesa -Lorenzo Guerini; Giustizia- Marta Cartabia, Paola Severino; Economia - Roberto Gualtieri, Carlo Cottarelli, Fabio Panetta.
Gli analisti: "Draghi ha l'autorità per le riforme"
Gli analisti vedono positivamente l'ex presidente della Bce, Mario Draghi come primo ministro per guidare un governo di altro profilo. "Ha l'autorità per guidare lo sforzo di riforma richiesto dal Recovery Fund senza soccombere alla pressione politica", scrive Alberto Cordara di Bofa. Inoltre "Crediamo - aggiunge - che sia probabile che una maggioranza si coalizzi intorno a Draghi come primo ministro italiano: è un risultato forte per i mercati".
"In media - sottolinea ancora Cordara - vediamo un 'upsidè del 30% per le banche italiane e ci aspettiamo che i titoli reagiscano molto positivamente se i 'credit spread' migliorano". "La credibilità di Draghi a livello internazionale potrebbe spostare flussi di capitale sull'Italia, quindi - rileva Luigi De Bellis, co-responsabile Ufficio Studi Equita - ci aspettiamo un impatto positivo sul mercato azionario italiano, e in una prima fase suggeriamo di puntare su titoli liquidi (quindi ci siamo concentrati sull'indice Ftse Mib) che traggono vantaggio dalla riduzione dello spread, dall'implementazione degli investimenti legati al Recovery Fund e/o dalla riduzione dello `sconto Italia». Equita punta su Buzzi Unicem, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Mediolanum, Stellantis.