Solidea Vitali Rosati
Pesaro

Con la fiction tedesca “Der Poliziotto” ora ci aspettiamo tanti turisti

Dibattito acceso tra cittadini e commercianti sull’impatto che ci sarà nei mesi futuri dopo la tramissione L'INTERVISTA «La meravigliosa Urbino che i tedeschi ameranno in tv»

Si gira in centro a Urbino. Al centro, inquadrato dall’assistente operatore, il direttore della fotografia, Marcus Stotz

Urbino, 18 giugno 2015 - L’avvocato Annibale Pretelli farà l’autista della contessa. Studio Hamburg, la grande produzione tedesca dello sceneggiato televisivo Der Poliziotto ha faticato non poco per convincere il noto urbinate che poi «per spirito di servizio», diciamo così, alla fine ha accettato.

La disponibilità fa parte della buona accoglienza. «Mi piace molto – osserva l’urbinate Catia Bertuccioli, appoggiata all’ingresso della sua libreria in via Veneto, mentre la troupe ha trasformato la sede dell’Ersu nel comando di polizia municipale –. Penso che sia una bella cosa per Urbino, che porti più turisti tedeschi di quanti ce ne siano ora».

Ne è convinta? «Sì. Esistono già dei precedenti che raccontano una ricaduta positiva in termini di presenze. Ricordo due anni fa quando una produzione olandese girò un film nella campagna urbinate, passato solo dalla televisione olandese. L’estate dopo la presenza degli olandesi tra i turisti presenti in città si è fatta notare. Amici, proprietari di Bed & Breakfast e poi la segreteria del sindaco mi hanno confermato che si trattava di olandesi rimasti impressionati dal paesaggio urbinate visto nella serie tivù».

Inosmma, per vedere i frutti «tocca attender». Ma non tutti i commercianti fermi sulla soglia dei propri locali sono animati da buoni pensieri: «Non è possibile chiudere il passaggio: noi abbiamo diritto di lavorare come gli altri» è il motivo ricorrente.

«E non lamentiamoci sempre di tutto – sbotta Ester Arceci, mentre risale verso piazza Rinascimento –. Anche da noi sono stati un bel po’, ma non ci sono stati “ostaggi”».

Del resto se il tono è esasperato è anche perché gli esercenti della via hanno il dente avvelenato da cinque anni di cantiere per la ristrutturazione dell’albergo dirimpetto. Infatti dopo una breve sfiammata i toni si stemperano subito: «C’è da dire che questi (la produzione Hamburg ndr) sono stati corretti. Ieri ci hanno avvisato. Se il disagio è limitato a qualche ora posso accettarlo».

Ad interrompere il botta e risposta è il sopraggiungere di due agenti della municipale, «sono veri? sì, sì sono quelli veri» sorride qualcuno alludendo a quanti in questi giorni si confondono.

La pattuglia è intervenuta per garantire il defluire da via Veneto, limitata dal set cinematografico, del corteo funebre partito dal Duomo.

«Visto? Se fosse tutto questo ingombro... il funerale intero non avria da passà, o no? E’ passat tant ben».

Lontano dal battibecco si mantiene Giorgio Lorenzoni. «Condivido parola per parola quello che ha detto Catia» osserva Lorenzoni. La gente ha ragione di borbottare?

«No, no. La gente in Urbino capisce, capisce. Uno si lamenta fino a quando c’ha i suoi problemi, poi passa tutto. Sono felici di ‘ste cose, credetemi».

Il dibattito sulla fiction conquista i primi tavoli al Bar La Monaca: «Ma qualcuno ha letto il soggetto? Siamo sicuri che Urbino ci fa una bella figura? L’altro giorno ho visto un’Ape tanto era “kitsch” da quanto era stracarica di santini e Madonne. Che immagine daranno d’Urbino?».

La perplessità non fa a tempo a prendere spazio che arriva la replica: «E’ una commedia, mica la verità». E subito dopo, al dubbio che arrovella: «Non son convinto... hai visto c’han messo pure il matto!» ci scappa la risata...

«Beh quelli non ci mancano. Io sono fiducioso: chi ha scritto il romanzo è uno che ama Urbino, ci viene da tanti anni. Invece sarebbe interessante vederlo trasmesso qui da noi una volta finito». Ma «tocca tradurlo... ce voine i sold. Chi cel mett? tu?».

Articolo uscito in edizione cartacea il 17 giugno, edizione di Pesaro, pagine 22 e 23