Urbino, 9 giugno 2014 - Gambini è il nuovo sindaco di Urbino, con il 56 per cento dei consensi, contro il 43 dell'avversaria, Maria Clara Muci, candidata del Pd.
Dopo più di sessant'anni l'apparato di centrosinistra batte un colpo di tosse, ma fuori dal perimentro comunale questa sembra non essere una notizia.
E' la sottolineatura indispettita di Sgarbi nella lunga notte dei festeggiamenti dopo la vittoria di ieri, quando attaccatosi davanti alla tv per assistere ai risultati degli altri ballottaggi il nome di Urbino non passa nemmeno nel sottopancia dei commentatoti politici, relegato nella periferia del dibattito.
«Ci hanno ignorato - è stato lo sfogo - nemmeno i grandi giornali (a cui si aggiunge la pagina internet del Ministero dell'Interno, ndr) sanno che Urbino è capoluogo, lo scambiano per Pesaro. Pazzesco! Il vero risultato era questo, assieme a quello di Perugia. Invece si parla di Padova e di altri, dove c'è sempre stata alternanza».
Questa polemica era già cominciata in giornata per il silenzio attorno ad un ballottaggio che già di per sé aveva dello storico.
«Qui - ha proseguito il critico - abbiamo fatto un'impresa, ma incredibilmente sembra che non sia accaduto nulla. Non è proprio possibile che Urbino rimanga nella penombra, questo è il vero capoluogo di Regione, eppure nessuno se ne è accorto».
Proprio a tale proposito l'idea (o la provocazione) lanciata e di cui bisognerà valutare la fattibilità tecnica, è radicale, in linea con quell'assessorato alla rivoluzione che Sgarbi ha pensato per la nuova giunta e per se stesso: «Voglio lanciare un referendum. Il capoluogo di Regione deve passare da Ancona a Urbino. Non c'è dubbio. Ancona è il capoluogo reale e attuale, ma Urbino è il capolugo del sogno. Non c'è confronto!».
di Emanuele Maffei
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