Pesaro, 29 febbraio 2012 -  LA COLONIA di mufloni del Catria esce decimata da questo duro inverno. Dopo i sei maschi adulti trovati morti nella neve il 18 febbraio durante una ricognizione di una pattuglia dell’Urca (Unione regionale cacciatori dell’Appennino), altre sette carcasse (sei maschi e una femmina) sono state rinvenute nella stessa zona dal personale dell’Azienda speciale del Catria. «Il primo ritrovamento era avvenuto — informa l’Azienda — in località Fosso delle Nicchie in Comune di Frontone; in secondo sabato scorso a breve distanza, in località Ranco Baroncio, a ridosso delle abitazioni della frazione Caprile, durante un sopralluogo di vigilanza sul territorio di competenza. Sono intervenuti sul posto per il recupero degli animali gli agenti della Polizia provinciale ed il personale del Cras (Centro recupero animali selvatici). Durante le azioni di recupero sono stati avvistati vivi ed in buone condizioni un maschio adulto, un piccolo e tredici femmine e questo fa sperare nella conservazione del nucleo». Ma le perdite registrate (i maschi adulti potrebbero essere tutti morti) «fanno ipotizzare una condizione di forte rischio per il futuro dell’unica colonia di muflone sul territorio regionale». «L’Azienda speciale del Catria, sempre attenta alla tutela delle componenti naturali del territorio montano, intende sensibilizzare le Amministrazioni competenti affinché tale importante risorsa, derivata da un progetto di introduzione risalente a 40 anni or sono (1973), non venga dissipata, con un inevitabile danno alla biodiversità del complesso ecosistema del Monte Catria ed alla sana fruizione di un turismo sostenibile, suggerendo l’opportunità di un mirato intervento di recupero della popolazione residua tramite oculato rilascio di un nuovo nucleo di individui».

PERCHE’ il nevone ha decimato questa specie più che altre popolazioni di ungulati è stato detto: il muflone (Ovis musimon) è un brucatore specializzato e si nutre quasi esclusivamente al suolo. Perché i maschi adulti (arieti)? Perché sono più pesanti ed esigenti delle femmine e non sopportano digiuni prolungati. Gli animali, probabilmente guidati dal capobranco a fondovalle in cerca di cibo ma impossibilitati a nutrirsi a causa dell’eccezionale coltre di neve, hanno subìto tutti la stessa sorte. A questo punto, considerando che la colonia contava una trentina di unità, si può ipotizzare l’azzeramento dello stock di maschi adulti. E anche laddove le femmine fossero riuscite a sopravvivere, sarebbe fisiologicamente impossibile perpetuare la specie in assenza di reintroduzioni. Tantopiù che anche nelle condizioni precedenti il nucleo era a rischio, a causa dell’isolamento. La piccola popolazione di mufloni del Catria si era adattata a vivere sulla montagna pesarese grazie anche ad inverni non particolarmente rigidi. Era riuscita a superare il nevone del 2005 ma l’ultimo, con più di due metri al suolo.

CACCIA. Intanto è arrivata la conferma della chiusura anticipata della caccia di selezione agli ungulati. La Regione ha approvato la richiesta avanzata dalla Provincia di Pesaro e Urbino.

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