Pesaro, 22 febbraio 2012 - SI SONO INDEBITATI troppo. Sia dipendenti privati che pubblici, ma anche pensionati. A volte per comprarsi l’auto, oppure il frigorifero o il televisore ultimo modello. Ma anche per andare in vacanza o giocare al lotto. E quando non riescono più a pagare la rata, salta tutto, col creditore che ha campo libero per bloccare i beni del debitore, ricorrendo anche al pignoramento presso terzi. A Pesaro hanno colpito in questo modo gli stipendi e le pensioni di 400 debitori. Cosa significa «presso terzi»? Che il creditore, non trovando altro a cui aggrapparsi, fa notificare un atto di pignoramento al datore di lavoro del debitore o all’Inps se è un pensionato oppure alla sua banca dicendo che intende bloccare un quinto dello stipendio o della pensione. «E’ la misura più adottata negli ultimi mesi — spiega l’avvocato Arturo Pardi, presidente dell’Ordine degli avvocati di Pesaro — perché consente una procedura veloce che tende a bloccare subito i beni o le risorse del debitore. A farne maggiormente ricorso sono proprio gli enti pubblici che vantano crediti di vario tipo. E anche le pensioni sono finite nel mirino». In particolare, su 1400 esecuzioni mobiliari tra Pesaro e Fano, un terzo riguardano atti presso terzi con cessione di un quinto, mentre negli anni precedenti la cifra non aveva mai superato qualche decina di casi. Un’esplosione di debiti che vede i pensionati in prima linea, incapaci di far fronte al debito firmato quando pensavano di farcela. Invece, il costo della vita aumentato insieme agli affitti ha fatto il resto. C’è anche un altro aspetto finanziario che è esploso a Pesaro: gli sfratti. Ce ne sono sette a settimana, con persone espulse dalle proprie abitazioni perché incapaci di pagare l’affitto oppure perché non riescono più a pagare la rata del mutuo. La statistica parla di oltre 30 sfratti al mese, oltre 400 l’anno. Più che un fatto sociale, appare un esodo senza precedenti.

 

C’E’ ANCHE chi perde la casa per i propri vizi. Come quell’imprenditore pesarese che si è visto pignorare la casa dal Casinò municipale di Venezia dove l’uomo aveva perso in una sera circa 15mila euro. Non pagando il debito, la casa è stata messa all’asta e venduta. In questi giorni c’è la procedura di sfratto in corso. Ma a vedersi pignorare case, auto, stipendi o pensioni sono anche tutti quelli che non hanno pagato ticket ospedalieri pur essendo tenuti a farlo oppure che hanno avuto indebite agevolazioni comunali su false autocertificazioni Isee. Per questi cittadini, scatta il pignoramento della casa (300 i casi del 2011) con successiva confisca dei beni per «equivalente» (cioè dello stesso valore del debito). A ciò si unisce la denuncia penale con successivo processo per truffa e falso perché è stato attestato un falso per un vantaggio patrimoniale.
 

ro.da.