Pesaro, 20 agosto 2011 - I carabinieri avevano chiesto al carcere di trovargli una cella 'tranquilla', con detenuti 'a posto', per paura che il geometra di 39 anni, padre di due bambini ancora piccoli, sposato, arrestato ieri dopo aver rapinato la filiale del Credito cooperativo di Villanova di Montemaggiore, potesse commettere una sciocchezza. Ma l’uomo è già ai domiciliari. Ieri mattina si è svolta la convalida: il gip ha convalidato l’arresto e concesso gli arresti a casa. L’uomo ha ammesso tutto: aggiungendo però elementi che potrebbero aprire scenari nuovi. Cioè che di recente era stato minacciato, picchiato, che si era ritrovato sotto casa degli uomini - conosciuti nell’ambito lavorativo - che lui aveva denunciato, e che minacciavano la sua famiglia e che gli avevano rubato la macchina. Insomma, era accerchiato dai debiti, dalla paura, dalla certezza che le sue denunce non erano servite a nulla. Così decide di reagire, a modo suo.
 

 

Un giovedi’ da delirio, quello del geometra, di cui gli inquirenti non hanno rese note le generalità. Inizia alle 8,30 di mattina, quando lui prende il taxi, alla stazione Fs di Pesaro. Chiede al tassista Walter Marchetti di portarlo verso Fano, zona Trave. Il tassista arriva a Fano e si ferma nella zona indicata. Qui il geometra scende, dice al tassista di aspettarlo, e si allontana per circa mezz’ora. Dichiarerà che aveva pensato di suicidarsi gettandosi da una scala anti-incendio che c’era nei paraggi. Qualcuno degli inquirenti sospetta invece che questa mezz’ora sia servita all’uomo a individuare una banca, presente nelle vicinanze: poi scartata per il troppo via vai di clienti e impiegati. Così il geometra avrebbe ripiegato verso un luogo più tranquillo; il Credito cooperativo di Villanova. Quale sia la verità, tra queste due ipotesi, al momento nessuno lo sa.
 

 

Ma il tassista rispetta la sua richiesta e lo aspetta. Dopo la mezz’ora, il geometra gli ricompare davanti al taxi, e stavolta si fa portare a Villanova. Il taxi parcheggia - senza sapere le intenzioni del suo cliente - non lontano dalla banca, in una postazione riparata. Il geometra ha con sé uno zaino. Dentro, una pistola giocattolo - del figlio, dirà lui ai carabinieri, 'che spara solo acqua': ma l’arma giocattolo non verrà mai ritrovata - poi una maglietta, delle scarpe e un cappellino, con cui tentare una piccola travisatura a colpo fatto. Entra in banca, riesce ad arraffare i soldi, esce, torna al taxi, un po’ trafelato. Poi si calma: 'Torniamo a Pesaro'. E addirittura, sulla via del ritorno, arrivati alla Gimarra, si prende un caffé col tassista, sollevato dal colpo: ha con sé 18750 euro, che verranno recuperati dai Cc e restituiti alla banca. La rapina, secondo quanto riferisce il capitano della Compagnia di Fano, Cosimo Petese, che subito aveva fatto scattare il pianto antirapina facendo alzare anche l’elicottero da Falconara, viene fatta con una certa disinvoltura: 'Si è mosso freddamente', dice Petese. Insomma, nonostante si tratti di persona incensurata, forse la disperazione gli ha concesso una certa lucidità. Anche se mentre minaccia l’impiegata, in filiale, gli cade a terra anche la pistola. L’impiegata non si accorge e gli dà i soldi.
 

 

Ma gli errori il geometra li fa dopo. Ha un appuntamento stringente con la banca, la Popolare della Valconca, lungo la Statale, zona Tombaccia, dove anche lui abita, e dove deve saldare dei debiti di lavoro accumulati nel tempo per diverse migliaia di euro. In più ci sono mutui e assegni scoperti. Si fa portare dal taxi in quella banca, ma il Radiomobile dei carabinieri al comando del capitano Massimiliano Conti intercetta la Fiat Croma bianca del tassista, la cui targa corrisponde, in parte, ai numeri che un impiegato della filiale di Villanova ha fatto in tempo ad annotare e a dare ai carabinieri. I militari temono che il geometra stia facendo un’altra rapina, in realtà sta solo aspettando di versare quei 18mila euro e rotti, che per ragioni burocratiche - era necessaria la doppia firma, ma lui poteva offrire solo la sua - non riuscirà a versare. Esce dalla banca, rientra sul taxi, nel frattempo viene circondata la zona e poco dopo il 39enne è bloccato. Dirà che ha preso il taxi perchè l’unica auto di famiglia era in uso a sua moglie. Lo arrestano per rapina aggravata.