Fano, 16 luglio 2011 - NON CI CREDONO fino in fondo. Hanno un dubbio o forse più di uno. Per questo, i giudici del Riesame di Ancona hanno scarcerato i 3 sedicenni di Città di Castello accusati di aver violentato una quindicenne la sera del 25 giugno scorso. Nell’ordinanza lunga 11 pagine, il presidente del tribunale del Riesame Ornella Riccio ha riscritto la scena dello stupro che ha portato i ragazzi in carcere per 13 giorni. Per i giudici del Riesame, dopo aver analizzato gli atti «emerge un quadro indiziario di preoccupante equivocità e che non può connotarsi di quei caratteri di gravità tali da rendere il giudizio di responsabilità assai prossimo alla certezza e tale, quindi, da legittimare l’emissione della custodia cautelare in carcere».
TRADUCENDO il linguaggio a zig zag utilizzato dai giudici, si può dire che il tribunale del Riesame non è per niente certo di una condanna dei ragazzi una volta arrivati al processo. Per questo, non possono giustificare la misura cautelare in carcere ed anzi, non impongono nessuna altra limitazione. I ragazzi sono liberi. E quasi riabilitati. Un giudizio che appare opposto ai due precedenti emessi in prima istanza dal gip Laura Seveso e confermati dal giudice Danila Indirli, che invece ritenevano possibile, per i tre minori, «la reiterazione del reato» anche perché non avevano compreso «il disvalore sociale degli atti compiuti». Uno stupro in piena regola o un grande, terribile, equivoco? Gli stessi giudici del Riesame esprimono il loro parere «nelle more di un auspicabile tempestivo approfondimento dell’effettiva portata della vicenda anche attraverso lo strumento, per altro già attivato, dell’incidente probatorio». Su questo punto si registra una prima ufficiale conferma: per il prossimo 26 luglio i protagonisti di questa vicenda sono stati convocati proprio per l’incidente probatorio chiesto dal pm Venerucci nel corso del quale dovranno essere nominati i periti di parte che dovranno attestare, come da prassi, la credibilità clinica della ragazza, quindicenne. Il provvedimento di scarcerazione, giunto alle 20 dell’altra sera, è stato accolto con molta soddisfazione da parte dei legali dei tre giovani. L’avvocato Giancarlo Viti, difensore di uno dei ragazzi parla di «ordinanza di segno tranciante che va nella direzione auspicata dalla difesa, e, gettando pesantissime ombre sull’affidabilità della persona offesa, esclude la sussistenza dei gravi indizi. Rimane l’amarezza per l’irreparabile danno provocato ai minori indagati e ai familiari, da una misura profondamente ingiusta come il carcere. L’auspicio è che ora il pm si determini a richiedere l’archiviazione».
«IL RIESAME — prosegue Valerio Collesi difensore di un altro minore — ha finalmente esaminato il materiale probatorio finora raccolto ritenendolo «di preoccupante equivocità».
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