Modena, 8 maggio 2012 - SOLO DA poche ore hanno suggellato una tripletta di concerti all’Accademia di Santa Cecilia a Roma. Eclettiche, sorprendenti, sempre ammiratissime, Katia e Marielle Labèque, le ‘grandi sorelle’ del pianoforte, arrivano in Emilia Romagna per un omaggio ai 50 anni del minimalismo. Stasera a Modena, domani a Bologna e giovedì a Lugo suoneranno con una band di impronta rock, David Chalmin alla chitarra, Reeks Fabio Recchia alle tastiere e Raphael Séguinier alla batteria, spaziando da La Monte Young, che nel 1961 animò il loft di Yoko Ono a New York, fino ai Radiohead. «Siamo entusiaste di partecipare al festival Angelica — confida Katia Labèque—. Pensi che, quando abitavo a Firenze, compravo i biglietti e venivo a Bologna proprio per assistere al festival».
 

Perché il minimalismo?
«È un genere di musica che io e Marielle non avevamo mai eseguito in precedenza. Abbiamo lavorato tanto con Luciano Berio, ma lui non sembrava amarlo troppo: noi stesse l’abbiamo scoperto molto più tardi, e perlopiù attraverso la musica da film o interpreti rock».
E come è nato questo progetto?
«L’idea è venuta a Igor Toronyi-Lalic, critico del Times, con cui abbiamo realizzato tre concerti a Londra, un percorso da Erik Satie ai Sonic Youth. Là ogni serata affrontava un periodo, i precursori, poi gli sperimentalisti e gli europei, infine i rock’n’rollers. Qui in Emilia Romagna, invece, ogni concerto sarà un mix dei tre momenti».
Con alcuni inediti...
«Sì, un brano di Michael Nyman e composizioni create per questo evento dai nostri musicisti Chalman e Séguinier, o Nicola Tescari. E’ interessante mostrare come giovani compositori utilizzino ancora i principi di Cage o Terry Riley».
Amate sempre abbracciare classico e contemporaneo. Perché?
«Ci sembra necessario, e abbiamo sempre seguito il nostro istinto. E poi sia io che mia sorella abbiamo sempre voglia di allargare il repertorio per due pianoforti».
Andate sempre d’accordo sulle scelte?
«Per fortuna sì — ride—. Siamo in grande armonia. Anche a Marielle piace molto il contemporaneo e insieme, negli ultimi due anni, abbiamo anche eseguito cinque concerti nuovi».
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«È un’amica di grande intelligenza con tanti interessi, dalla musica alla pittura alla letteratura. Di sicuro la incontreremo presto, in uno dei concerti che lei terrà in Italia».
Avete suonato per lei. Suonereste con lei?
«Chissà, potremmo anche organizzare qualcosa. Anche se i suoi show non sono proprio quello che facciamo noi...».
 

Stefano Marchetti