Finale Emilia (Modena), 22 settembre 2011 - «IL BONDAGE? Quella sera di giugno del 2010 nel Castello di Finale si tenne una festa tutta dedicata al bondage». Gianluca Borgatti, consigliere del Pdl, ricorda che «in paese, in quei giorni, non si parlava d’altro, perchè qualche finalese riuscì a entrare, la notte del 10 giugno nel Castello, e vide, oltre a un film osè proiettato a ciclo continuo in una delle sale al pianterreno, gente vestita in modo strano: chi con abiti particolarmente succinti e catene al collo e ai fianchi, chi di nero o di rosso con strane acconciature. Una festa comunque osè, perchè qualche finalese, all’alba, passando davanti al Castello per dirigersi al lavoro, vide ragazze mezze svestite sulla strada. Dopo quell’evento, presentammo in consiglio comunale - continua Borgatti - una interpellanza con la quale manifestavamo la nostra contrarietà a intrattenimenti simili, perchè il Castello è un luogo votato solo alla cultura. I locali del Castello tuttavia non subirono danni. Non ci furono nemmeno schiamazzi notturni, nè molestie, nè violenza; insomma - conclude il consigliere - la festa non degenerò in atti vandalici, e nemmeno nell’uso di alcol, ma noi, e penso anche la gran parte di finalesi, siamo contrari a feste di quel tipo e comunque alle feste al Castello».
Carlo Valentine, organizzatore di serate ‘decadence’ (dal nome di un locale di Bologna, ndr) ha dichiarato di aver affittato con il consenso dell’assessore alla cultura di Finale Emilia, l’attuale sindaco Fernando Ferioli, il Castello per una serata in maschera. «Era solo su invito - ha raccontato - e senza questo non si poteva entrare. Le amministrazioni comunali in genere non mostrano contrarietà a ospitare feste particolari perché effettuando una rigida selezione all’ingresso vengono ospitate persone rispettose del luogo e quindi - conclude - non si registrano mai danni alle strutture».
Così fu, infatti, e il Castello ne uscì integro, ma sul ‘contenuto’ si dissociò la gente di Finale. Il sindaco Fernando Ferioli smentisce però il tema bondage della festa. «Nessun bondage, nessun erotismo» dice. E aggiunge: «Era semplicemente una festa in maschera. Poi se qualcuno ha visto gente con catene, al collo e ai fianchi, è perchè il tema della serata era il ‘noir decadence’ e quindi non mancavano costumi dark, noir, punk... Ma sono certo - ripete - che nulla aveva a che fare con il bondage di cui si parla tanto in questi giorni dopo il drammatico episodio di Roma». «Ricordo - continua Ferioli - che fu una associazione di Finale, ‘Venere’, a sua volta contattata da gente di Bologna, a chiedermi il Castello per una serata in maschera. Se poi qualcuno ha visto ragazze in abiti succinti dentro e fuori al Castello non era certo per praticare il bondage. Bando agli equivoci però - chiosa Ferioli - dopo le polemiche e i dissensi sulle feste abbiamo deciso, come amministrazione comunale, di non concedere più il Castello per feste a tema».
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