Migliora con la cura Di Bella, giudice ordina all’Ausl di pagare il trattamento

Per una paziente sarebbe l’unico metodo valido

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Modena, 30 aprile 2017 - Sono oltre un centiaio le sentenze in tutta italia che obbligano o hanno obbligato le Ausl a ‘passare’ la cura Di Bella a pazienti oncologici. L’ultima in ordine di tempo ci porta a Mesagne, in provincia di Brindisi, dove nei giorni scorsi il giudice del Lavoro ha concesso a una donna di usufruire gratuitamente del metodo per curare un carcinoma bilaterale alle mammelle. Il diritto gli era già stato riconosciuto con altra sentenza nel 2016 e dopo un anno di cura, visti i miglioramenti, un secondo giudice ha dato il via libera a proseguire la terapia obbligando l’Asl di Brindisi a fornire gratuitamente il trattamento farmacologico alla paziente.

«Oltre alla remissione con Mdb (metodo Di Bella) – commenta Giuseppe Di Bella, figlio del compianto medico modenese Luigi – un aspetto significativo di questa vicenda è il fatto che la paziente appartiene ad una famiglia in cui diversi membri dopo chemio, sono morti di tumore tra gravi sofferenze, lei si è salvata con la cura Di Bella». Oggi la paziente è in assenza documentata di tumore e in piena salute. La multiterapia è costituita da componenti fisse e si basa sull’uso di farmaci, ormoni e vitamine: la sperimentazione condotta nel 1999 dal Ministero della Salute ne sancì però la sostanziale inefficacia, ribadita nel 2005.

Giuseppe Di Bella aggiunge: «Molti casi di tumori cerebrali stanno rispondendo meglio di qualsiasi protocollo oncologico grazie al Md ed entro l’anno saranno pubblicati i dati – dice – , così come una casistica di 300 casi di tumori della mammella, in cui al 4° stadio con il Mdb si documenta a 5 anni una sopravvivenza del 70% contro il 20 % dei protocolli oncologici, come certificato dal maggior portale oncologico, quello del Nci ( National Cancer Institute)».

Il figlio del professore modenese poi parte all’attacco: «Il vilipendio del prof Di Bella , la censura sul Mdb e la grossolana disinformazione, stanno raggiungendo una diffusione intensità,violenza tali da costituire una vera forma di intimidazione mediatica per chi vorrebbe dichiarare , affermare e diffondere la verità sul Mdd. La diffamazione del metodo è molto probabilmente funzionale ad un prossimo blocco della libertà del medico di prescrivere il Metodo Di Bella e dei farmacisti di prepararlo. E’ stato creato un sistema politico che intima scelte coercitive ai medici, impongono il pensiero unico anche in campo medico-scientifico, cui si sottraggono rare eccezioni». Giuseppe Di Bella, insomma, difende a spada tratta il metodo studiato dal padre: molti giudici, visti i risultati terapeutici, sono con lui.