Modena, 14 giugno 2014 - Il piano dell’amministratore delegato Sergio Marchionne, è stato chiaro fin dall’inizio di quest’anno: è con le Alfa Romeo che Fiat vuole aggredire il mercato delle auto di lusso, un settore che per ora non ha mai conosciuto crisi. In questo momento a Modena si stanno producendo le auto sportive Alfa Romeo 4C, che dal prossimo autunno verranno prodotte anche in una splendida versione cabrio. Nel tempo ci sarà bisogno di più spazio per aumentare la produzione, ed è possibile che gli attuali stabilimenti della Maserati in via Divisione Acqui, si allarghino verso nord, nella zona attualmente occupata dalle ex fonderie.

Non è un caso che su quell’area, il Comune abbia smesso da tempo di fare progetti. Diversi i motivi: era stato avviato un percorso partecipato per creare, nei vecchi capannoni opportunamente riqualificati, un centro culturale dove far sorgere la facoltà del Dast, (design, arte scienza e tecnologia) in sinergia con l’Ateneo di Ferrara. Originariamente poi, era lì che si voleva costruire la vetrina delle eccellenze economiche e del genio modenese, il Palatipico non dell’enogastronomia ma della meccanica, dell’ingegneria, e della tecnologia modenese. La crisi ha frenato l’iniziativa. Il fatto poi che un grande centro culturale stia per nascere nel polo Sant’Agostino ha tolto spinta al progetto. In più, già da tempo si è manifestato l’interesse del gruppo Fiat-Maserati per l’area, proprio per dare maggior sfogo alla parte produttiva.

Che qualcosa si stia muovendo a Modena sul fronte automobilistico è noto. Da mesi sono presenti a Modena ingegneri della Maserati che, nel capannone di San Matteo, stanno progettando non solo i futri modelli marchiati Biscione, ma anche le piattaforme produttive che serviranno a forgiarle. Non è un mistero che proprio Herald Wester, amministratore delegato della casa del tridente, sia considerato il mago delle piattaforme e della tecnologia del gruppo. Fu proprio lui che nel 2006 spiazzò tutti presentando la nuova Bravo, che allora rappresentava un esempio di affidabilità. Questi ingegneri specializzati (circa una trentina) si sono già stabilizzati in città con le loro famiglie: la loro presenza quindi, non è legata a un progetto mordi e fuggi. Molto probabilmente proprio qui a Modena, con sede a San Matteo, sta nascendo un centro di progettazione produttiva ad alti contenuti, che servirà per l’intero gruppo Fiat. Insomma, per la città un’immigrazione di forza lavoro altamente specializzata. A cui però potrebbe seguire una successiva ondata di posti di lavoro se effettivamente prenderà piede l’ipotesi dell’acquisto delle ex fonderie da parte del gruppo.

Sarebbe un colpo di fortuna per il Comune, che rimpinguerebbe le proprie casse. E un problema in meno, dato che un eventuale progetto di riqualificazione sarebbe stato impossibile almeno sul breve periodo, visti i tempi di magra. E per l’intera città si tratterebbe di un punto a favore indiscutibile. Modena rafforzerebbe la propria leadership in campo motoristico, promuovendosi sempre di più come capitale delle auto sportive. Due gli ostacoli nel caso in cui l’operazione si dovesse concretizzare: la ferrovia si frappone tra lo stabilimento Maserati e le fonderie. Poco male, è possibile scavare dei sottopassaggi. La facciata delle ex fonderie è vincolata e va preservata. Anche questo non dovrebbe essre un problema. Siamo abituati a preservare strade romane e muri medievali. Occorre solo uno sforzo in più.

Roberto Grimaldi