Modena, 2 agosto - Già quattro dei ventitre trattenuti del Cie di Modena hanno lasciato la struttura per consentire i lavori di ristrutturazione dello stabile di via La Marmora. Il nuovo prefetto di Modena Michele di Bari ha assicurato che in dieci giorni il Cie sara' gradualmente vuotato. "Occorre garantire - ha detto il prefetto - la vivibilita' all'interno del centro rispettando tutti i requisiti previsti dalla legge". Dopo lo sgombero saranno fatti accertamenti tecnici per stabilire gli interventi da effettuare.
Cie, i sindacati chiedono incontro col nuovo prefetto
Chiedono di essere ricevuti in delegazione dal nuovo prefetto i lavoratori del Cie di Modena e di ricevere garanzie sugli stipendi che l’ente aveva promesso di versare, ma che ancora non sono arrivati. E’ questo il nuovo passaggio nella vicenda del Centro di identificazione ed espulsione di Modena, in odore di chiusura dopo gli scioperi e le proteste delle patri sociali e dopo l’annuncio, di ieri, del nuovo prefetto di Modena, Michele Di Bari, della richiesta formale inviata al Ministero per trasferire gli ospiti ed effettuare sulla struttura urgenti lavori di ristrutturazione.
Gli operatori, da due mesi di nuovo senza stipendio dopo i ritardi gia’ accumulati nell’anno di gestione Oasi, si sono riuniti oggi pomeriggio in assemblea e al termine dell’incontro la Funzione pubblica della Cgil, che li rappresenta nella battaglia per il rispetto dei loro diritti ha inviato richiesta formale alla prefettura per un incontro urgente “attraverso il quale cercare certezze per i dipendenti del Consorzio l’Oasi, ad oggi ancora senza gli stipendi” spiega Marco Bonaccini, Fp-Cgil.
Il sindacato ha da poco sottoscritto per i 25 operatori una cassa integrazione parziale, ma ora “si tratta di avere chiarezza dalla Prefettura sugli stipendi arretrati che l’ente, prima dell’arrivo di Di Bari, aveva promesso di pagare sostituendosi al Consorzio inadempiente”. Per molti lavoratori “la situazione e’ insostenibile- spiega ancora Bonaccini- e tra loro a causa di questi ritardi c’e’ chi ha rinunciato alle ferie, chi non riesce a comprare i libri per la scuola dei figli e persino chi rischia di essere sfrattato perche’ inadempiente verso i proprietari. Bisogna intervenire subito”.
Sul Cie pero’ tiene gli occhi puntati anche il consigliere regionale e comunale del Pdl Andrea Leoni ricordando che la sua costruzione fu sostenuta dall’allora sindaco di Modena, Giuliano Barbolini “e che per anni e’ stato propagandato dalla sinistra modenese, e non solo, come la struttura piu’ moderna ed idonea per rendere effettivo quanto previsto dalla legge sull’immigrazione Turco-Napolitano”. Per il berlusconiano, stante l’attuale situazione, e’ “doveroso capire come vengano spesi i soldi delle tasse dei cittadini” e “perche’, come nel caso del Cie di Modena, struttura costruita appositamente pochi anni fa, venga gia’ ritenuta non idonea, senza sapere se verra’ riaperta e se continuera’ a svolgere la funzione di Centro di identificazione ed espulsione”. Sul tema ha presentato un doppia interrogazione sia alla Regione e sia al Comune.
Leoni chiede inoltre quanto costeranno ora ai cittadini i lavori di ristrutturazione previsti e a carico di chi saranno; se nel corso di questi anni di attivita’ vi siano gia’ stati effettuati altre opere e per quale ammontare. Infine c’e’ da capire di chi siano le “responsabilita’ dei danni e delle carenze strutturali”.
Di fronte all’”intollerabile crescita della microcriminalita’ nel nostro territorio”, ormai a “livelli altissimi” e alla chiusura temporanea per ristrutturazione del Cie, Luigi Tollari, segretario della Uil, dice che “la priorita’ dovrebbe essere verificare la sussistenza di condizioni di lavoro possibile o di rimpatrio di chi non puo’ piu’ permettersi di vivere decorosamente e dignitosamente in questo paese”.
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