Modena, 30 luglio 2013 - Slitta la chiusura del Cie di Modena. Forse ancora qualche settimana, o più, prima di vedere accostare i cancelli, seppur temporaneamente per lavori, del Centro identificazione ed espulsione sotto la Ghirlandina.
Cambio ai vertici in Prefettura, dal primo agosto arriva a Modena Michele Di Bari, nuovo prefetto nominato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri, che sostituirà il vicario Mario Ventura. Ed è facile pensare che quest’ultimo non si prenderà certo la responsabilità di chiudere la struttura proprio agli sgoccioli del suo breve mandato, durante il quale per circa un mese ha svolto le funzioni del prefetto Benedetto Basile, ex inquilino del Palazzo del governo in viale Martiri, andato in pensione a fine giugno.
Sull’eventuale chiusura temporanea del Cie, si era espresso nei giorni scorsi il senatore del Pd Stefano Vaccari, il quale aveva confermato contatti tra la Prefettura di Modena e il ministero degli Interni proprio in quest’ottica. Anche Desi Bruno, garante regionale dei diritti dei detenuti, ha più volte sostenuto che il Cie di Modena ha bisogno di interventi, soprattutto per assicurare un dignitoso livello igienico-sanitario.
Si tratta di capire, quindi, se il nuovo prefetto prenderà in mano la situazione fin dai primi giorni di lavoro, o se la decisione verrà rimandata a data da destinarsi, considerato che c’è chi sostiene che gli eventuali lavori bloccherebbero il Cie per almeno 60 giorni. Di Bari nell’ultimo anno ha lavorato come prefetto a Vibo Valenzia, e a Modena si troverà a dover affrontare subito una vicenda che ogni giorno si sta complicando sempre di più.
Infatti, oltre ai danni interni al Cie, aumentati in seguito all’ultima rivolta dei trattenuti, la gestione del consorzio l’Oasi è al centro di due indagini richieste dal gip Paola Losavio, per monitorarne le condizioni di vita all’interno, e di un’indagine richiesta all’Ausl proprio dalla garante Desi Bruno, che durante la sua ultima visita ha verificato di persona condizioni igienico-sanitarie ben sotto la soglia. I risultati di queste indagini potrebbero portare allo straccio della convenzione con l’Oasi e alla fine della sua gestione, così come è avvenuto a Bologna qualche mese fa.
Infine, rimane aperta la questione relativa al futuro dei dipendenti, 30 in tutto, esclusi vicedirettore e direttore, per i quali proprio oggi la Cgil di Modena ha concluso un accordo con il consorzio sulla cassa integrazione in deroga a rotazione, per i mesi di agosto e settembre. In sostanza, tolti i 5 infermieri che continueranno a lavorare a pieno ritmo, gli altri dipendenti staranno a casa a turno.
Il sindacalista Marco Bonaccini racconta di aver dovuto per forza firmare l’accordo perché il numero attuale di trattenuti nel Cie, ovvero 21, non permette altre soluzioni. In poche parole è un po’ come il cane che si morde la coda, perché secondo Bonaccini con così pochi trattenuti mantenere aperta la struttura non ha senso, d’altra parte però se i trattenuti fossero 60, ovvero quelli previsti, “sarebbe difficile assicurare i servizi necessari con rimborsi da 30 euro al giorno”. Il problema rimane sempre quello del principio al massimo ribasso nell’assegnazione dell’appalto per la gestione della struttura.
Ne ha parlato anche il sottosegretario agli Interni, Domenico Manzione, che pochi giorni fa ha sottolineato come una base d’asta così bassa ha prodotto una forma di distorsione con conseguenti problemi per chi gestisce i Cie, aprendo ad una riflessione generale sul funzionamento delle strutture.
Fonte Dire
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