Modena, 9 novembre 2012 - “I vertici non potevano non sapere. La relazione della commissione regionale diceva chiaramente che in quel reparto erano state fatte cose terribili. Servivano dei provvedimenti disciplinari, e invece nessuno nel collegio sanitario li ha chiesti, a parte me”.
Ha le idee chiare, Daniele Giovanardi, ex primario del Pronto soccorso del Policlinico di Modena. Il fratello del senatore modenese del Pdl è stato uno dei primi a schierarsi con l’associazione “Amici del cuore”, facendosi interprete della loro battaglia, fino al punto da mettere per iscritto una relazione interna contro la dottoressa Maria Grazia Modena, arrestata questa mattina assieme ad altri nove cardiologi nell’ambito dell’inchiesta “camici sporchi”.
Secondo Giovanardi, alcuni dirigenti, tra cui Elda Longhitano della direzione medica di presidio, e Maurizio Pirazzoli direttore amministrativo, braccio destro dell’ex dg Stefano Cencetti, confermato dalla nuova direttrice Licia Petropulacos (ma Cencetti, hanno precisato gli inquirenti, non è indagato) non potevano non sapere. “Cencetti ha letto la relazione della commissione regionale al collegio, affermando che la Regione riconosceva l’eccellenza del sistema, queste sono state le sue testuali parole”, ricorda Giovanardi. Ma neanche la nuova direzione, a suo parere, è esente da un coinvolgimento. “Se sono stati arrestati dei medici anche dopo due anni è perché evidentemente c’era il timore che reiterassero il reato. Eppure la nuova direzione, quando è arrivata, non ha preso alcun provvedimento”, afferma.
(Fonte Dire)
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