Modena, 27 giugno 2012 - Mentre Papa Benedetto stava concludendo il suo discorso, a due passi da me, ho socchiuso gli occhi, e ho sentito come una carezza. Proprio come quella che Giovanni XXIII aveva detto di portare a casa ai bambini, quella sera del 1962, cinquant’anni fa: «Troverete qualche lacrima da asciugare, dite una parola buona: il Papa è con voi, specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza». Ecco, tutti noi, ancora ieri mattina, avevamo bisogno di quella carezza del Papa, avevamo bisogno di sentire proprio quelle parole di incoraggiamento e di speranza che Benedetto XVI è venuto a portarci.


Da più di un mese, ormai, nei paesi della mia Bassa, si vivono il dolore, l’angoscia, la desolazione: le torri sono crollate, le chiese sono devastate, le case hanno ferite grandi e profonde e a volte non ci sono più. Molti hanno dovuto lasciare le loro abitazioni, anch’io sono stato costretto a farlo. Il Papa è arrivato non solo per consolare, ma per aiutarci a ripartire.

Ci ha detto che i valori non possono essere abbattuti anche dal terremoto più violento, ci ha ricordato che esiste una roccia forte su cui potremo costruire il futuro, e che esiste Chi non ci lascerà soli. «Non abbiate paura!», è stato il motivo conduttore del pontificato di Giovanni Paolo II, un santo dei tempi moderni. Non dobbiamo farci vincere dalla paura, ci ha raccomandato anche Papa Benedetto. Lui sa che noi siamo gente forte, e che la vita ricomincerà «con forza e coraggio».

 
Ho socchiuso gli occhi e mi sono commosso perché anch’io a volte ho paura, a volte penso di non farcela. Eppure poi mi aggrappo a quella roccia forte e ritrovo fiducia, voglia di andare avanti. Ho accolto con emozione e riconoscenza la carezza del Papa: ieri sera l’ho portata a chi mi vive accanto, con problemi e pensieri sempre più gravosi, l’ho portata agli amici che mi stanno aiutando in questo periodo difficile, cercherò di portarla a chi incontrerò al mio paese. Che — lo so — tornerà a essere il più bel paese del mondo. Un paese da accarezzare.
 

Stefano Marchetti