Modena, 17 ottobre 2011 - Per ottenere l'alloggio offerto dai servizi sociali avrebbe dovuto rinunciare a convivere con la sua compagna e sbarazzarsi del suo cane, cosi' ha preferito andare a vivere in un'automobile. E' la vicenda di un uomo modenese in difficolta', cosi' come la riferisce il segretario cittadino della Lega Nord,
Stefano Bellei.
"Siamo stati contattati da un modenese che ci ha raccontato la sua storia. Convivente con una donna, abitava in affitto e si concedeva il lusso di avere un piccolo cane - racconta - caduto in una situazione di difficolta'
economica a causa della crisi, si e' rivolto ai servizi sociali per un aiuto. L'intervento dell'assistenza e' consistito nell'offrire un alloggio a lui, nel rimandare la convivente a vivere con i genitori e, beffa finale, nell'abbandonare il cagnolino".
L'uomo, prosegue Bellei, "ha rifiutato una proposta che faceva saltare i suoi equilibri familiari e ha preferito prendere dimora su un'automobile, continuando a godere della compagnia del cagnolino". Il punto e' che "l'assistenza sociale a Modena e' gestita male perche' si basa su criteri sbagliati. Si e' scelto di dare poco a troppe persone, con il risultato di non risolvere i problemi di nessuno, ma al contrario di crearne spesso di nuovi", spiega.
"Le spese sociali incidono sul bilancio del Comune in maniera altissima, e non puo' essere altrimenti,
soprattutto in un momento di crisi - osserva Bellei - tuttavia l'amministrazione dovrebbe fare delle scelte che invece tende ad allontanare da se'. In primo luogo deve prendere atto che non ci sono i mezzi per aiutare il mondo intero e dovrebbe concentrare gli interventi sui cittadini italiani".
Ed ecco qual e' la ricetta di Bellei: "Per quanto riguarda l'altissimo numero di cittadini stranieri che si avvalgono dell'aiuto anche economico dei servizi sociali, si dovrebbe fare una distinzione. Quelli che hanno un momentaneo periodo di difficolta' ma che si presume che nel prossimo futuro possano essere reinseriti nel mondo produttivo vanno aiutati". Gli altri, invece, "devono invece essere aiutati a rientrare dignitosamente nei loro paesi d'origine", afferma Bellei.
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