Modena, 21 settembre 2011- PARTY privati in cui c’è chi ama farsi legare. A Modena non ci sono locali in cui si fa bondage, l’arte erotica di legare il partner balzata alla cronaca dopo la tragedia di Roma, quando la settimana scorsa una ragazza è morta soffocata dalle corde che il suo ‘maestro’ le aveva stretto addosso. Ma non sono pochi i modenesi che si accostano a questa disciplina. Oggi si scopre che la pratica è molto più diffusa di quanto si potesse immaginare, che è in voga anche qui e che ne esistono più varianti, come il bondage sadomaso. Non solo, ci sono maestri che tengono corsi che comprendono anche l’arte dello shibari (una tecnica che usa solo corde e che vanta antichissime radici giapponesi, proprio quella a cui si è sottoposta la ragazza morta a Roma). Ebbene, non sono pochi i modenesi affascinati da questo tipo di erotismo e che si dedicano al bondage. Ma dove? Nella nostra città, a quanto pare, non esistono, almeno ufficialmente, locali in cui ci siano esibizioni di bondage o comunque dedicati al ‘settore’, ma consistente è la migrazione di modenesi verso la vicina Bologna, città più trasgressiva dove va di gran moda il ‘Decadence’, locale in cui si tengono feste all’insegna delle legature erotiche. Per soddisfare i propri desideri a Modena, l’unico modo sembra invece essere quello di ricorrere a feste private. Una città sotterranea, quindi, vive parallela alla Modena di tutti i giorni: non a caso, qui sotto la Ghirlandina, abita uno dei maestri più richiesti e più preparati. Si chiama Andrea Ropes (che in inglese significa corde), ha un atelier Shibari a Bologna e insegna quest’arte giapponese sia a Modena, dove arrivano molte persone per imparare i segreti dell’arte erotica, sia altrove, ovunque lo chiamino.
IL RACCONTO DEL MAESTRO. Andrea Ropes è un artista dello shibari e a Modena e Bologna tiene corsi pieni di allievi. «Insegno ovunque mi chiamino — ha dichiarato al Carlino — a Bologna, Milano, Merano. La gente viene privatamente da me a Modena per imparare. E l’affluenza è buona: «Per una classe è bene non superare le 5/6 coppie perché diventa difficile seguire ogni persona, quindi è d’obbligo limitare l’accesso. L’interesse però sta via via aumentando e sempre più persone chiedono dove e quando farò il prossimo corso». Non solo sesso, ma anche voglia di arrivare all’estremo. Questa la motivazione che accomuna gli allievi. «Io personalmente — continua Ropes — ho legato centinaia di ragazze solo per un mio puro gusto estetico e per soddisfare una loro voglia di essere legate». Molti sono giovani, ma non tutti: «Ci sono anche molti adulti, non c’è un vero proprio target di età».
E SE A MODENA non ci sono locali in cui trovare serate bondage, molti sono i modenesi che frequentano discoteche e circoli ad hoc a Bologna, anche se, il divertimento più sfrenato, a detta dei ‘consumatori’, resta però sempre quello nei party privati, dove è possibile legarsi, trasgredire e provare l’estremo al riparo soprattutto dei curiosi. A testimoniare il pellegrinaggio di modenesi al ‘Decadence’, ci pensa Barbara Sanley, del sexy shop Love Shannon di via Scarpa, che nel locale più trasgressivo di Bologna ci lavora da anni: «Al ‘Decadence’ arriva gente da tutta Italia — dice — e ovviamente anche da Modena dove, da quello che so, non esistono locali di questo tipo. Nel mio sexy shop i clienti che comprano corde per il bondage rappresentano un 7-8 per cento del totale (tutti uomini), e direi che non è poco. Si tratta di un mercato di nicchia ma queste pratiche sono più diffuse di quello che si possa immaginare».
"DI SOLITO — spiega — ai non esperti non consiglio le corde, ma strumenti più soft come del nastro adesivo speciale, che è meno impegnativo. Le corde vanno usate con coscienza, anche un solo nodo fatto male può risultare pericoloso, andare a toccare punti sbagliati. Il fatto di farsi legare va fatto con coscienza, da persone esperte e con tutte le condizioni di sicurezza. Su questo tema c’è molto bigottismo e in pochi sanno che l’arte del legare non ha solo una connotazione erotica ma nasce in Giappone come tortura nei tempi antichi. Qui a Modena, poi — conclude — c’è Andrea Ropes, uno dei maestri più seri, preparati e per questo richiesti a livello nazionale».
L’ALTRO sexy shop di Modena, in cui ci confermano una certa percentuale di clienti che praticano bondage, è quello di via Crispi, vicino alla stazione. «Sì — dicono dall’interno chiedendo una certa privacy — ci sono alcune persone che richiedono e comprano le corde. Ne vendiamo di un solo tipo, cambiano i colori e il pacchetto prevede anche un libretto illustrativo con le istruzioni e i disegni. Si tratta comunque di un ‘kit’ soft, per chi si avvicina alla pratica. Di sadomaso, poi, vendiamo più che altro frustini e abbigliamento particolare, come per esempio tutine in lattice. Ecco, alcune delle donne che vengono a comprare questi ‘vestiti’ li utilizzano poi per serate bondage nei locali bolognesi».
«SÌ, MI FACCIO legare, ma solo da chi dico io — racconta una ragazza modenese da qualche anno attratta dal bondage — Da persone di fiducia. Quello che è successo a Roma è molto triste, ma il fatto che la persona poi arrestata non avesse con sè un coltello dimostra come, secondo il mio parere, non sia un vero esperto. Chi usa corde sa bene che il rischio, minimo se si hanno le competenze, c’è e il coltello è uno degli strumenti da non dimenticare mai. Io frequento il ‘Decadence’ a Bologna, spero che prima o poi aprano un locale simile anche a Modena».
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