Macerata, 10 dicembre 2015 – «Ci passano cibo forse avariato, abbiamo sfoghi allergici sulla pelle. E poi non ci danno i soldi che ci spettano».
Così 17 profughi pakistani ieri mattina in piazza della Libertà: gestiti dall’associazione maceratese Acsim (associazione centro servizi immigrati Marche), protestano davanti alla Prefettura.
Sono i richiedenti asilo extra sbarchi (non conteggiati tra gli invii ministeriali) arrivati a Macerata a metà agosto. «Basta – dicono –, non ce la facciamo più. Gli operatori dell’associazione ci portano cibo già cucinato. Ma le ultime volte, dopo mangiato, a tre di noi sono venute fuori delle bolle sulla pelle». E un ragazzo si solleva la maglietta per avvalorare quanto stanno dicendo. «Guardate la mia schiena», dice, e mostra i segni sulla pelle.
«E poi non ci danno i soldi – specifica un altro –. Ogni ospite dovrebbe ricevere alla fine del mese 75 euro in contanti. Invece, l’associazione ci ha dotato di Poste Pay, ma nella carta non c’è mai l’importo giusto. A qualcuno sono stati versati 60 euro, a qualcun altro 100, mentre qualcuno non ha ancora visto un soldo, e sono passati quattro mesi dal nostro arrivo». Una piccola delegazione (i due che parlano meglio inglese) è stata ricevuta in Prefettura, dove hanno garantito ai profughi che vengono effettuati continui controlli nelle strutture d’accoglienza, proprio per verificare, tra le altre questioni, se il cibo sia avariato. Una maxi ispezione, che si concluderà i primi di gennaio, è già in corso e ha come obiettivo di passare al setaccio tutte le strutture d’accoglienza del territorio. È stato specificato inoltre, durante l’incontro di ieri, che si garantisce ai profughi un’accoglienza minima (non certo di lusso) e che sono dei privilegiati rispetto ai loro connazionali, ai quali non si è riuscito, per giorni (le strutture sono sature), a trovare un posto per dormire.
Fino a ieri, quando la Prefettura ha sistemato 29 dei 38 pakistani, arrivati in città da parecchi giorni, su territorio provinciale. Altri nove saranno sistemati entro breve, invece, fuori del Maceratese.
Molti dei nuovi arrivati avevano trovato un rifugio temporaneo da don Alberto, nella parrocchia di Santa Croce, ma poi il numero era troppo alto e si sono dovuti spostare. Quindi, hanno trascorso più e più notti nei dintorni dell’ufficio immigrazione di via Prezzolini a Collevario. Un gruppo sostanzioso si è accampato due notti fa in un garage condominiale.