Macerata, 16 giugno 2016 – «Solo voci isolate di chi è in cerca di visibilità e non fa il bene del Pd». Così la segreteria provinciale derubrica i pesanti attacchi portati ai vertici del partito da Romano Carancini, Mario Morgoni, Alessandro Biagiola e Teresa Lambertucci.
La scorsa settimana, sui giornali, è stato un crescendo di accuse dopo la debacle elettorale. E gli stessi che avevano sparato sul partito, martedì sera hanno disertato la direzione provinciale del Pd, convocata per un’analisi del voto e per tracciare una road map in vista dell’elezione del presidente della Provincia (col nuovo sistema voteranno sindaci e consiglieri comunali). Sul primo fronte, cadono le teste dei segretari di San Severino e Porto Recanati, Marco Sabbatini e Antonella Cicconi. La direzione ha deciso il commissariamento dei due circoli dopo le disfatte elettorali.
Sul secondo fronte, quello della Provincia, il Pd ha deciso di nominare una delegazione di sindaci e amministratori che, insieme con il segretario provinciale Settimio Novelli, dovrà portare alla nascita di una lista di centrosinistra «più ampia possibile». Nel corso della riunione non si sarebbe parlato di nomi, ma le piste più calde portano ad Andrea Gentili e Leonardo Catena, sindaci rispettivamente di Monte San Giusto e Montecassiano.
Il fronte più caldo, però, resta quello legato alla fronda interna, capeggiata da Romano Carancini e Francesco Fiordomo. L’accoppiata di sindaci ha già mandato a monte i piani del Pd nei mesi scorsi all’Aato: in quell’occasione il partito caldeggiava l’elezione a presidente di Cesare Martini, ma Carancini e Fiordomo si allearono con il centrodestra, col risultato che il sindaco di Recanati fece le scarpe al collega settempedano.
Il timore di alcuni nel Pd è che Carancini abbia tirato in ballo Antonio Pettinari («Non si può prescindere da chi ha guidato la Provincia fino ad ora», ha detto il sindaco la scorsa settimana), per poi giocare la partita in prima persona e puntare lui stesso alla presidenza della Provincia. Uno scenario contro il quale si è dichiarato il segretario regionale Francesco Comi, secondo cui Macerata non può avere sia un parlamentare (Irene Manzi) che il presidente della Provincia. Lo stesso assessore regionale Angelo Sciapichetti si è lamentato della guerra che Carancini farebbe a lui e alla Regione su vari fronti, a partire da sanità e acqua. Alla fine della storia, bisognerà fare i conti anche con Pettinari (nei confronti del quale c’è stata un’apertura da parte di Comi), rafforzato dall’esito del voto alle comunali. Sarà lui, poi, a decidere la data del voto: il Pd chiede che si tenga entro luglio.
Giancarlo Falcioni