Macerata, 25 giugno 2017 - «Non c'è alternativa, bisogna ripartire anche se è difficile, mettersi alle spalle la paura e pensare al futuro di questi paesi bellissimi, che restano i nostri gioielli e non possono morire così». Ieri a Visso c’era anche Neri Marcorè per prendere parte a «Tutti agibili per un giorno», la festa organizzata dall’associazione «Un aiuto concreto per Castelsantangelo» per le attività dei paesi più colpiti dal sisma: Visso, Ussita e appunto Castelsantangelo, epicentro ancora ieri di una ennesima scossa (alle 10.30, magnitudo 3.5).
«Dopo la scossa del 30 ottobre – ha aggiunto l’attore –, volevo fare qualcosa di concreto. Potevo anche fare un concerto per raccogliere fondi, ma poi a chi li avrei dati? È talmente diffuso il cratere che non sarebbe stato facile distribuirli. Quindi ho pensato di portare più gente possibile nelle Marche, così è nata Risorgimarche. È un’operazione che viene dalla società civile, non riguarda la ricostruzione, le casette, lo smaltimento delle macerie, c’entra con la ricostruzione spirituale di una comunità. Le Marche meritano di essere visitate. Ho scelto i prati delle nostre montagne, che appartengono alla nostra comunità». La festa è stata l’occasione per i commercianti e artigiani di tornare a lavorare nei luoghi che amano.
«E dove vogliamo tornare quanto prima», afferma Francesco Flammini, che con la famiglia gestiva il bar Sibilla, nella piazza di Visso. Francesco è pasticcere, ora lavora da Nino a Macerata, ma ieri era felice di far assaggiare di nuovo la specialità del suo bar, la torta «Paolo da Visso». «Siamo stati sempre qui e vogliamo tornarci. Stiamo chiedendo le autorizzazioni per un prefabbricato». E resta anche la libraia di Visso, Simonetta Servili, che in piazza aveva «Il mercatino»: «Tanta gente è scoraggiata, speriamo di riuscire a riprenderci».
Manuele Smarchi, Diletta Di Antonio, Anna Tarragoni e Francesca Pedanesi, il quartetto di «Un aiuto concreto per Castelsantangelo» hanno coinvolto ieri anche tecnici e consulenti, a disposizione di chi aveva un’attività. Un aiuto potrebbe arrivare da un progetto commissionato da Copagri e Cia. «Abbiamo pensato a un impianto di abbeverazione in quota sul monte Prata – spiega il geologo Pierpaolo Rinaldelli, che lo ha firmato con l’architetto Andrea Prosperi –, un bacino artificiale da 20mila metri cubi d’acqua e 12mila metri quadrati di superficie. Servirebbe anche come antincendio, e in inverno consentirebbe l’innevamento artificiale delle piste da sci. Sarebbe una risorsa in più per il territorio». Per realizzarlo ci vuole un milione di euro.