Macerata, 1 marzo 2018 - Un nuovo sopralluogo nella casa degli orrori. Oggi pomeriggio i carabinieri torneranno nella mansarda di via Spalato, dove il 30 gennaio è stata uccisa e fatta a pezzi la diciottenne romana Pamela Mastropietro. A quanto sembra, sono necessari nuovi accertamenti da parte del reparto specializzato nelle indagini scientifiche dei carabinieri di Macerata, mirati soprattutto a fare delle misurazioni utili alla ricostruzione di quanto possa essere successo nell’abitazione.
La famiglia della ragazza però apre un nuovo fronte: «Abbiamo fatto sequestrare le cartelle cliniche di Pamela in comunità – spiega l’avvocato Marco Verni, zio della ragazza – e ci sono delle parti cancellate, illeggibili. Risultano delle anomalie, su cui temo ci saranno altri sviluppi. Per noi è molto importante che si faccia chiarezza su quanto accaduto in comunità, per Pamela e per tutti quei ragazzi e quelle famiglie che stanno vivendo questo problema». Nella mansarda di via Spalato il Ris ha già fatto più di un sopralluogo, riuscendo a evidenziare con il luminol alcune impronte di mani e piedi su pavimenti, muri e maniglie.
Impronte di mani insanguinate sono comparse anche sulla lavatrice, usata per lavare alcune coperte. Ed evidentissime tracce di sangue sono apparse nella terrazza, che è riparata dal parapetto in muratura e non ha finestre di altre case che si affaccino lì, e inoltre è dotata di una manichetta per l’acqua: in quella terrazza – dicono quelle tracce – sarebbe avvenuto lo scempio tanto violento quanto incomprensibile sui resti della ragazza.
Sui risultati delle indagini tecniche del Ris il procuratore Giovanni Giorgio mantiene il massimo riserbo, così come su altri accertamenti già effettuati, sui telefoni, su altre persone: tanti elementi utili che si stanno mettendo insieme, per chiarire cosa possa essere successo, e chi ne siano gli autori materiali. Molto importante sarà anche il confronto tra il Dna degli indagati, quello delle persone che sono state con la ragazza dopo la fuga dalla Pars, e quello estratto dalla saliva rintracciata su di lei. Devono ancora essere depositate invece le conclusioni dopo l’autopsia. Il tossicologo Rino Froldi ha però già escluso che sia stata l’overdose di eroina a uccidere la romana: la sua morte non è dovuta a un imprevisto, ma a un omicidio.
Al sopralluogo di oggi pomeriggio sono stati invitati anche i difensori dei quattro indagati per quel delitto, gli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi per Innocent Oseghale, Gianfranco Borgani per Lucky Desmond, Giuseppe Lupi per Awelima Lucky, e Paolo Cognini per Anthony Anyanwu (unico in stato di libertà).