CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Omicidio di Pamela Mastropietro. "Oseghale veniva spesso a scommettere"

Il nigeriano ospite fisso con Desmond alla sala scommesse vicino a via Spalato. Ma dal 27 al 31 gennaio non c’era

Pamela Mastropietro aveva 18 anni

Pamela Mastropietro aveva 18 anni

Macerata, 19 febbraio 2018 - Innocent Oseghale andava spesso a giocare all’Eurobet in via Spalato, a due passi dalla casa in cui abitava, e ci andava con Lucky Desmond, l’altro ora in carcere con lui, entrambi indagati per l’omicidio di Pamela Mastropietro oltre che per vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere. Aveva sempre banconote – raccontano –, non usava le monete per pagare, a differenza degli africani che frequentano abitualmente la sala scommesse e che per giocare mettono insieme anche i centesimi.

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Quando a Oseghale capitava di vincere, i connazionali gli chiedevano qualche soldo per poter scommettere anche loro, e lui raramente diceva di no. I soldi li prestava. Silenzioso, piuttosto educato, non aveva avuto discussioni con gli impiegati della sala scommesse, se non una volta sola per un equivoco.

Dal 27 al 31 gennaio però Oseghale non c’è mai andato alla sala scommesse: in quei giorni non si è fatto vedere. E il 31 gennaio, giorno del ritrovamento dei due trolley con il corpo di Pamela Mastropietro fatto a pezzi, è stato fermato dai carabinieri e il suo appartamento perquisito. Fine dei giochi. «Qui non è mai venuto a giocare – sottolinea invece Gianluca Micozzi, del tabacchi di via Spalato –, entrava ad acquistare biglietti dell’autobus, e poi, da quando ha avuto la bambina, anche per fare fotocopie di documenti vari. Prendeva solo biglietti per le corse urbane, ma non veniva tutti i giorni, circa due o tre volte a settimana».

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Micozzi se lo ricorda bene anche quando, tempo fa, entrava nel tabacchi con la compagna incinta. «Lui parlava poco, era silenzioso, forse perché non conosceva bene la lingua italiana, lasciava chiedere alla compagna. Lei per un periodo non l’ho più vista, poi una volta è ripassata qui con la carrozzina e, circa un mese e mezzo fa, è venuta da sola».

Intanto, questa potrebbe essere la settimana decisiva per far luce sulla morte della 18enne romana. La procura della Repubblica e i carabinieri attendono i risultati definitivi sui rilievi del Ris (FOTO), sulle impronte trovate nell’appartamento di via Spalato, rinvenute su pavimento, maniglie, finestre e muri.

Sono attesi poi i responsi della perizia tossicologica, che dovrà dire se la ragazza aveva assunto droga e se questa è stata la causa della morte, e le risposte della perizia medico legale. In particolare c’è la traccia di saliva rinvenuta sul cadavere, il cui Dna è stato confrontato con quello dei fermati, Oseghale, Desmond e Awelima Lucky, finiti nei guai assieme a un quarto nigeriano indagato a piede libero. In più ci sono gli accertamenti dei periti sui cellulari che incastrerebbero i fermati ricostruendone i movimenti.