Macerata, 13 febbraio 2018 - "Nulla di quanto finora emerso sullo scempio del corpo di Pamela Mastropietro fa pensare a un rito voodoo". L’antropologo recanatese Giorgio Cingolani conosce i riti africani, e anche sugli immigrati in Italia ha fatto molti studi, e secondo lui qui non ci sarebbe traccia di religione, ma solo di aberrazione criminale.
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"Il voodoo – spiega – è una religione molto antica, diffusa e riconosciuta, e non potrebbe essere tale se prevedesse sacrifici umani. Non parla mai di uccidere o sacrificare, dunque io, per quel che si può dire in base a quanto trapelato dalle indagini in corso, escluderei che possa esserci un collegamento tra questa religione e la vicenda. Tra l’altro, non tutti i nigeriani praticano il voodoo, molti sono pentecostali. In ogni caso, attribuire questi orrori al voodoo sarebbe come attribuire al cristianesimo quanto fatto dalle bestie di Satana. Non si tratta di religione o cultura, ma di distorsioni criminali".
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"È anche pericoloso affermare che le mutilazioni siano legate a qualche rito o cultura locale, perché significherebbe dire che si tratta di pratiche diffuse e questo non solo non è vero, ma ingenera una paura del tutto infondata. Tutt’al più – aggiunge – se qualcuno di loro legasse quelle mutilazioni a un qualche rito, o se emergesse una particolare forma di conservazione del sangue, o nell’intestino della ragazza si trovassero tracce di alcune erbe usate in forma rituale come pozioni, potremmo pensare di essere di fronte a una personalizzazione del rito opera di soggetti specifici e non certo tradizionale. Ma al momento non c’è nulla che faccia pensare a questo, e ipotizzarlo allo stato delle cose è sbagliato e deleterio".
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