Macerata, 14 marzo 2014 - L'Università di Macerata si riconferma al primo posto in regione per la percentuale di laureati - 53% su una media nazionale del 44% - che trovano un'occupazione a un anno dalla laurea. Molto buono è anche il piazzamento a livello nazionale: dodicesima su 64 atenei. E' quanto emerge dal XVI rapporto di AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati italiani. L'indagine ha coinvolto quasi 450 mila laureati di tutti i 64 atenei aderenti al Consorzio nel 2013. AlmaLaurea costituisce la più importante banca dati dei laureati in Italia e realizza ogni anno l'indagine più approfondita sulla condizione occupazionale dei laureati. Per quanto riguarda l'Università di Macerata, aderente al consorzio da due anni, sono stati contattati 1.740 laureati, con un tasso di risposta dell’82%: 919 laureati triennali e 475 laureati magistrali biennali usciti dall'Ateneo maceratese nel 2012 e intervistati dopo un anno.
Va segnalato anche che il tasso di disoccupazione dei laureati Unimc è inferiore alla media nazionale, 20% contro il 26%. Le donne occupate, 55%, superano gli uomini, 48%. Il 18% è, invece, impegnato in altri corsi universitari o nel praticantato. L'ateneo maceratese si colloca, quindi, al di sopra di atenei prestigiosi come Udine, Venezia Ca' Foscari, Padova, Firenze e Ferrara. Il tempo che trascorre tra la laurea e il primo lavoro è di 4,2 mesi, all'incirca in linea con la media nazionale di 4,3. Rispetto all'indagine dello scorso anno, l'occupazione nel privato è aumentata dal 55 al 62%, anche se l'impiego nel settore pubblico, 32%, rimane al di sopra della media, 18%, soprattutto nel campo dell'istruzione e della ricerca, visto che la formazione degli insegnanti è uno degli ambiti principali dell'offerta formativa dell'Ateneo. Oltre il 72% ritiene che la laurea sia stata efficace nell'ambito lavorativo.
Il tasso di occupazione dei neolaureati triennali di Macerata è pari al 47%, un dato superiore alla media nazionale del 41%. Tra gli occupati triennali, il 28% è dedito esclusivamente al lavoro, mentre il 19% coniuga la laurea magistrale con il lavoro. Chi continua gli studi con la laurea magistrale è circa il 54%, un valore in linea con il complesso dei laureati triennali (55%). Il 35% è impegnato esclusivamente nella laurea magistrale, mentre, come si è detto, il 19% studia e lavora. Il 13%, non lavorando e non essendo iscritto alla laurea magistrale, si dichiara alla ricerca di lavoro. Il lavoro stabile - contratti a tempo indeterminato e lavoro autonomo - coinvolge 33 laureati occupati su cento di primo livello di Macerata, in linea con la media nazionale del 34,5%. Gli occupati che non hanno un lavoro stabile sono oltre il 66%. L’analisi deve tenere conto che si tratta di giovani che in larga parte continuano gli studi, rimandano cioè al post laurea di tipo magistrale il vero ingresso nel mondo del lavoro.
Per i laureati magistrali a un anno dalla laurea, invece, il lavoro è stabile per 37 laureati occupati su cento, la media nazionale è del 35%. Risulta occupato il 50% dei laureati, su una media nazionale del 55%. Il 15% continua la formazione (a livello nazionale è il 13,5%).
"I dati – commenta il rettore Luigi Lacchè - sono davvero positivi e confermano quello che noi diciamo da tempo. Una buona formazione nel campo delle scienze sociali e delle scienze umane è un passaporto per il mondo del lavoro. Bisogna capire che l’umanesimo che innova è appunto una nuova declinazione di saperi e professioni che sanno coniugare valori antichi e nuove tecnologie. E’ un mix che si rivela efficace e che, pur in tempo di crisi, ci conforta e soprattutto ci spinge a proseguire su questa strada".
© Riproduzione riservata