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«È IMBARAZZANTE constatare l’innocente ignoranza (intesa nel senso più puro della parola) con cui i grillini locali si esprimono su giornate in deroga e presunti eventi subappaltati». Deanna Zaccherini, portavoce del comitato Autodromo Vivo, replica così alle dichiarazioni del M5S sulla gestione del circuito imolese. «Definire che ‘con un’interpretazione elastica della norma vigente da fare invidia a una contorsionista da circo (il decreto n. 304 del 3 aprile 2001), l’amministrazione dovrebbe programmare al massimo 60 giornate rumorose all’anno’, significa non aver capito nulla della normativa», fa sapere Zaccherini. «Il decreto prevede, infatti, un massimo di 60 giornate in deroga per gli Autodromi che non sono sede di gare di Formula 1, Formula 3000, MotoGp ed assimilabili — osserva la portavoce del comitato —. Specifica in maniera chiara cosa il legislatore intende per ‘assimilabili’: veicoli concepiti esclusivamente per prove e gare in circuiti e percorsi chiusi. Va da sé che la Superbike esula da questo contesto, in quanto i mezzi utilizzati sono derivati di serie. Risulta quindi chiaro che Imola ha diritto a un massimo di 60 giornate in deroga».
MA LA QUESTIONE che «più lascia perplessi», secondo Zaccherini, riguarda il «presunto ‘subappalto’ degli eventi», chiamato in causa dal M5S. «Anche in questo caso — ribatte la portavoce del comitato Autodromo Vivo — è l’ignoranza è farla da padrone. Gli eventi ospitati a Imola nulla hanno a che vedere con appalti o subappalti del gestore, modus operandi che sarebbe tecnicamente inapplicabile in quanto Formula Imola non è (e non potrebbe essere) l’organizzatore delle manifestazioni, bensì unicamente l’impianto ospitante. Da un movimento giovane, attento e dinamico, ci si aspetterebbe un minimo di cognizione di causa».