Imola, 20 settembre 2012 - AVREBBE certamente preferito festeggiare il compleanno in modo diverso la giovane originaria del Marocco, arrestata a Ravenna martedì, giorno in cui compiva 22 anni. F.E., queste le iniziali, è accusata di rapina e lesioni aggravate in concorso per un episodio avvenuto a Lugo. Ad arrestarla sono stati i carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Lugo in esecuzione alla misura cautelare disposta dal gip del Tribunale di Ravenna su richiesta della Procura della Repubblica.
Il tutto, a conclusione di una complessa e articolata indagine, avviata a seguito di una brutale rapina avvenuta circa un anno fa e di cui rimase ‘vittima’ un 70enne imolese. I fatti risalgono al 26 settembre 2011. Il pensionato aveva concesso un passaggio in auto a quattro straniere, due delle quali con una banale scusa lo avevano avvicinato nei pressi della stazione ferroviaria di Imola, lasciando intendere di aver perso la coincidenza del treno per Lugo che avrebbe dovuto riportarle a casa. Pur con qualche perplessità il pensionato decise di accompagnarle in auto nella cittadina romagnola.
I CINQUE affrontarono senza apparenti problemi il breve viaggio, effettuando anche una sosta in un bar. Giunti però alla periferia di Lugo, in una zona appartata e priva di illuminazione nei pressi del quartiere di Madonna delle Stuoie, due donne costrinsero il 70enne ad arrestare l’auto. Lo tirarono fuori dall’abitacolo e lasciandolo a terra, non prima di averlo colpito ripetutamente con calci e pugni, lo rapinarono del portafogli e del telefono cellulare. Nonostante il forte dolore provocato dalle ferite e soprattutto malgrado lo choc, il pensionato imolese riuscì a rialzarsi e a fermare la prima auto che transitava per chiedere aiuto.
SUL POSTO intervennero un’ambulanza e i carabinieri della Compagnia di Lugo. Delle donne non c’era però più alcuna traccia. L’uomo, che venne trasportato in ambulanza all’ospedale, riferì agli inquirenti che le donne a cui aveva concesso un passaggio erano probabilmente rumene. Al termine di complesse indagini, coordinate dal pm Isabella Cavallari e protrattesi per quasi tre settimane, i carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Lugo diedero esecuzione (nella foto) a due ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip del Tribunale di Ravenna Monica Galassi, a carico della 39enne Viorica Serba originaria della Romania e della figlia 19enne Onila Lacrignola. Le due donne, protagoniste di una sorta di ‘Arancia meccanica’ al femminile, furono rintracciate nell’appartamento della palazzina in cui risiedono, in via Toscana nei pressi della piscina comunale di Lugo.
DOPO le perquisizioni effettuate allora le indagini sono proseguite ed è emerso che quella sera, oltre alle due rumene, sull’auto del 70enne c’erano una terza rumena (ora irreperibile) e appunto la 22enne marocchina arrestata a Ravenna. Ad incastrarla sono state le riprese di alcune telecamere a circuito chiuso nonché alcuni campioni e impronte che sono state rinvenute, con l’ausilio dei Ris, sull’auto dell’uomo All’epoca dei fatti la giovane era domiciliata occasionalmente nell’appartamento di madre e figlia, che ora non sono più in carcere in attesa del processo. La 22enne, incensurata e senza fissa dimora, è stata quindi arrestata e portata nella sezione femminile del carcere di Forlì. La quarta donna coinvolta sarebbe invece rientrata in Romania.
Luigi Scardovi
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