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di LIDIA GOLINELLI
PIÙ APERTO di così. Il Pd è una pentola in ebollizione, sul caso Castellari borbotta che è un piacere. E una gara a parlare, straparlare, precisare, rimbrottare. Fra un voto e laltro a Montecitorio, tenta di metterci un freno Massimo Marchignoli: «Sono per spegnere i riflettori su questa vicenda; riportiamo serenità e calma nel Pd che ha molto da fare. E il momento di concentrarsi su ciò che serve a Imola e allItalia».
Non ha spento i riflettori la consigliera regionale Anna Pariani quando ha stoppato a prima del 2014 il mandato del segretario Castellari. Si aspettava questa confessione?
«Non mi aspettavo niente. Anna ha poi giustamente precisato la sua riflessione, si può correggere il tiro».
Resta però la fatidica scadenza anticipata.
«Ritengo che Castellari debba completare il mandato; il partito gli ha affidato il processo di rinnovamento».
Quindi i maggiorenti la pensano in ordine sparso: è lennesima notizia, i riflettori restano accesi.
«Parlo per me. Oggi non esiste la questione della sostituzione del segretario. Cè invece unopportunità da cogliere: promuovere il rinnovamento della classe dirigente, è la fisiologia della politica».
Intanto Castellari si irrobustisce: da vittima sacrificale a eroe del nuovo.
«Cè stata una direzione che ha confermato la fiducia votata da me, dalla Pariani, dal sindaco Manca».
Ma non era Manca a dover andare allattacco?
«Non è agli atti, non ho mai letto dichiarazioni in questo senso».
Le notizie corrono soprattutto fuori dagli atti. Vuol dire che finora sono stati versati fiumi dinchiostro sul nulla?
«Io non ho dato il via a nulla. Ho parlato in direzione, aggiungendo che anche altre componenti del partito sostengono adesso il segretario dopo averlo avversato».
Sì, ma sono i mariniani che ora difendono Castellari dal benservito della Pariani. E sparano siluri avvelenati.
«Si sta in un partito perché si condivide unidea generale, non si fanno ricatti. Ho invece letto di minacce dabbandono. Se si ha un punto di vista diverso si discute; le minacce non sono congrue con un partito aperto e plurale».
Proprio il partito che le minoranze non vedono nel Pd. Ma i mariniani sono pochi e non preoccupano?
«No, con loro bisogna dialogare, ho sempre creduto nel dialogo. Occorre però rispettarsi, mentre in quella lettera ho notato frasi offensive nei confronti di Anna Pariani. Il rispetto è un valore».
Rivoluzione in viale Zappi: prima tutti abbottonati e ora in piazza in libertà. Che succede?
«Il Pd è un grande partito fatto di tante personalità e interpretazioni. Conta quello che si decide nelle sedi deputate: in questo caso, massima fiducia al segretario Castellari».
E una creatura di Marchignoli: che interesse avrebbe ad accantonarlo?
«Non ho mai partecipato a questo dibattito. Non parlerei comunque di creature. Da sindaco, ho nominato Castellari mio vice, poi lho sostenuto nel partito. Non ho mai avuto ragioni per pensare a un cambio di segretario».
A chi attribuire le ragioni?
«Non sono in grado di rispondere».
Una lettura: il caso Castellari è una palestra per lo scontro di potere Marchignoli-Manca.
«Non è mai esistito, non esiste, non esisterà mai uno scontro fra Marchignoli e Manca. Non può esistere in natura. Il nostro rapporto è politicamente fortissimo e lo è ancora di più umanamente. Per quanto mi riguarda sono impegnato nelle battaglie parlamentari del Pd con la guida di Bersani».
di LIDIA GOLINELLI
PIÙ APERTO di così. Il Pd è una pentola in ebollizione, sul caso Castellari borbotta che è un piacere. E una gara a parlare, straparlare, precisare, rimbrottare. Fra un voto e laltro a Montecitorio, tenta di metterci un freno Massimo Marchignoli: «Sono per spegnere i riflettori su questa vicenda; riportiamo serenità e calma nel Pd che ha molto da fare. E il momento di concentrarsi su ciò che serve a Imola e allItalia».
Non ha spento i riflettori la consigliera regionale Anna Pariani quando ha stoppato a prima del 2014 il mandato del segretario Castellari. Si aspettava questa confessione?
«Non mi aspettavo niente. Anna ha poi giustamente precisato la sua riflessione, si può correggere il tiro».
Resta però la fatidica scadenza anticipata.
«Ritengo che Castellari debba completare il mandato; il partito gli ha affidato il processo di rinnovamento».
Quindi i maggiorenti la pensano in ordine sparso: è lennesima notizia, i riflettori restano accesi.
«Parlo per me. Oggi non esiste la questione della sostituzione del segretario. Cè invece unopportunità da cogliere: promuovere il rinnovamento della classe dirigente, è la fisiologia della politica».
Intanto Castellari si irrobustisce: da vittima sacrificale a eroe del nuovo.
«Cè stata una direzione che ha confermato la fiducia votata da me, dalla Pariani, dal sindaco Manca».
Ma non era Manca a dover andare allattacco?
«Non è agli atti, non ho mai letto dichiarazioni in questo senso».
Le notizie corrono soprattutto fuori dagli atti. Vuol dire che finora sono stati versati fiumi dinchiostro sul nulla?
«Io non ho dato il via a nulla. Ho parlato in direzione, aggiungendo che anche altre componenti del partito sostengono adesso il segretario dopo averlo avversato».
Sì, ma sono i mariniani che ora difendono Castellari dal benservito della Pariani. E sparano siluri avvelenati.
«Si sta in un partito perché si condivide unidea generale, non si fanno ricatti. Ho invece letto di minacce dabbandono. Se si ha un punto di vista diverso si discute; le minacce non sono congrue con un partito aperto e plurale».
Proprio il partito che le minoranze non vedono nel Pd. Ma i mariniani sono pochi e non preoccupano?
«No, con loro bisogna dialogare, ho sempre creduto nel dialogo. Occorre però rispettarsi, mentre in quella lettera ho notato frasi offensive nei confronti di Anna Pariani. Il rispetto è un valore».
Rivoluzione in viale Zappi: prima tutti abbottonati e ora in piazza in libertà. Che succede?
«Il Pd è un grande partito fatto di tante personalità e interpretazioni. Conta quello che si decide nelle sedi deputate: in questo caso, massima fiducia al segretario Castellari».
E una creatura di Marchignoli: che interesse avrebbe ad accantonarlo?
«Non ho mai partecipato a questo dibattito. Non parlerei comunque di creature. Da sindaco, ho nominato Castellari mio vice, poi lho sostenuto nel partito. Non ho mai avuto ragioni per pensare a un cambio di segretario».
A chi attribuire le ragioni?
«Non sono in grado di rispondere».
Una lettura: il caso Castellari è una palestra per lo scontro di potere Marchignoli-Manca.
«Non è mai esistito, non esiste, non esisterà mai uno scontro fra Marchignoli e Manca. Non può esistere in natura. Il nostro rapporto è politicamente fortissimo e lo è ancora di più umanamente. Per quanto mi riguarda sono impegnato nelle battaglie parlamentari del Pd con la guida di Bersani».
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