{{IMG}} 2011-03-15
RESISTENZA a pubblico ufficiale, ingiuria e distruzione di atto pubblico. Capi daccusa che non lasciano propriamente a bocca aperta nessuno, ma se a finire alla sbarra per queste ipotesi è un agente della polizia municipale di Imola per quanto fuori servizio quando accadde lepisodio allora quella lista diventa di colpo interessante.
IL PROTAGONISTA di questa storia è un agente che ieri è stato condannato a una multa da duemila euro per essersi scagliato (non fisicamente) contro a una guardia giurata volontaria della polizia provinciale. Il fatto risale allottobre del 2006 quando lagente della municipale (fuori servizio) era uscito con un amico in battuta di caccia nelle campagne dalle parti di Sesto Imolese. Era tutto in regola, tesserino e armi comprese, ma sfortunatamente sul cammino si è imbattuto in quella guardia volontaria con cui aveva vecchi dissapori. Da quanto è stato ricostruito in aula nel corso delle diverse udienze sfociate ieri nella condanna in primo grado, la guardia gli avrebbe chiesto di esibire il tesserino da cacciatore per un normale controllo, come tanti ne aveva già fatti quel giorno. Ma in quel momento la situazione è subito degenerata.
LA REAZIONE scomposta dellagente avrebbe compreso una serie di epiteti volati nei confronti della guardia e la manomissione del tesserino stesso appena vidimato (ha cancellato a penna la firma dellaccertatore).
IN SEGUITO alla denuncia della guardia, lagente è poi finito a processo difeso dallavvocato Alberto Padovani che già annuncia il ricorso in appello, mentre la vittima si è costituita parte civile assistita dal legale Valentina Dal Monte. Nel corso dei mesi hanno sfilato sul banco dei testimoni i rispettivi comandanti, il collega della guardia in servizio, il compagno di battuta di caccia dellagente della municipale e diversi altri, ma ieri il giudice Sandro Pecorella ha condannato a una multa da duemila euro per ingiuria il turbolento agente della municipale, in passato già stato colpito da provvedimenti disciplinari per altre vicende.
Cristina Degliesposti
RESISTENZA a pubblico ufficiale, ingiuria e distruzione di atto pubblico. Capi daccusa che non lasciano propriamente a bocca aperta nessuno, ma se a finire alla sbarra per queste ipotesi è un agente della polizia municipale di Imola per quanto fuori servizio quando accadde lepisodio allora quella lista diventa di colpo interessante.
IL PROTAGONISTA di questa storia è un agente che ieri è stato condannato a una multa da duemila euro per essersi scagliato (non fisicamente) contro a una guardia giurata volontaria della polizia provinciale. Il fatto risale allottobre del 2006 quando lagente della municipale (fuori servizio) era uscito con un amico in battuta di caccia nelle campagne dalle parti di Sesto Imolese. Era tutto in regola, tesserino e armi comprese, ma sfortunatamente sul cammino si è imbattuto in quella guardia volontaria con cui aveva vecchi dissapori. Da quanto è stato ricostruito in aula nel corso delle diverse udienze sfociate ieri nella condanna in primo grado, la guardia gli avrebbe chiesto di esibire il tesserino da cacciatore per un normale controllo, come tanti ne aveva già fatti quel giorno. Ma in quel momento la situazione è subito degenerata.
LA REAZIONE scomposta dellagente avrebbe compreso una serie di epiteti volati nei confronti della guardia e la manomissione del tesserino stesso appena vidimato (ha cancellato a penna la firma dellaccertatore).
IN SEGUITO alla denuncia della guardia, lagente è poi finito a processo difeso dallavvocato Alberto Padovani che già annuncia il ricorso in appello, mentre la vittima si è costituita parte civile assistita dal legale Valentina Dal Monte. Nel corso dei mesi hanno sfilato sul banco dei testimoni i rispettivi comandanti, il collega della guardia in servizio, il compagno di battuta di caccia dellagente della municipale e diversi altri, ma ieri il giudice Sandro Pecorella ha condannato a una multa da duemila euro per ingiuria il turbolento agente della municipale, in passato già stato colpito da provvedimenti disciplinari per altre vicende.
Cristina Degliesposti
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