"Quel vigile non doveva essere spostato"

Era stato messo in ufficio. Il Comune è stato condannato dal giudice del lavoro a pagare 70mila euro per danni

La sentenza è stata resa nota in consiglio comunale

La sentenza è stata resa nota in consiglio comunale

Imola, 1 marzo 2016-Quell’agente di polizia municipale doveva restare al proprio posto, cioè fare servizio in strada. E adesso il Comune, che l’ha spostato in ufficio, dovrà riconoscergli oltre 70mila euro di risarcimento danni. Così ha deciso il giudice del lavoro del tribunale di Bologna. La vicenda, secondo quanto ricostruito ieri in Consiglio dal dirigente comunale Walter Laghi (Risorse umane) inizia addirittura sette anni fa. «Nel 2009 un provvedimento della prefettura ha ritenuto opportuno ritirare l’arma all’agente in questione», riepiloga Laghi. E siccome «nel regolamento comunale è previsto che i servizi fuori dal comando possano essere svolti soltanto armati», il dipendente pubblico «non ha potuto svolgerli», limitandosi a compiere «attività all’interno dell’ufficio».

Succede però che nel 2013 l’agente fa ricorso per «presunto demansionamento, condotta vessatoria dell’ente, danno alla professionalità, biologico, da perdita di chance e all’immagine», riporta la delibera approvata ieri dal Consiglio comunale per il riconoscimento del debito fuori bilancio. Il tutto per un importo quantificato dalla parte offesa, almeno in partenza, in quasi 164mila euro. Ora la sentenza, che condanna l’ente di piazza Matteotti (in attesa dell’appello già annunciato) a pagare poco meno della metà di quanto chiesto dal dipendente. Subito.

In seguito alla sentenza, i legali del Comune e quelli dell’agente hanno quantificato la cifra in 71.208 euro: quasi 20mila per danni patrimoniali e non, 1.687 per rimborso spese mediche e il resto per quelle legali. Una cifra considerevole, giustificata però dal fatto che il dipendente «nel frattempo era stato citato da alcuni cittadini imolesi, ma il giudice penale lo ha assolto», aggiunge Laghi. Più in generale, «dopo l’istruttoria della questura, il Comune ha in qualche modo subito il provvedimento del prefetto», assicura il dirigente, che per questo parla di «sentenza anomala» e di vicenda nella quale l’amministrazione «non ritiene di avere responsabilità particolari». Intanto però la relazione stilata da Laghi verrà inoltrata alla Corte dei conti. «Se ritiene ci sia una qualche responsabilità di qualcuno, a partire dal comandante, chiederà chiarimenti – conclude Laghi –. E potrà attivare richieste per le somme che in questo momento il Comune è tenuto a versare al dipendente».

L’episodio fa però infuriare l’opposizione, che su un tema tanto delicato avrebbe preferito una commissione ad hoc, invece di ritrovarselo davanti direttamente in Consiglio. Ecco perché alla fine, eccezion fatta per l’astensione di Insieme si vince, la minoranza non partecipa al voto. «Discuterne qui è del tutto fuori luogo», sbotta Alessandro Mirri (Ncd), mentre Simone Carapia (FI) parla di «presa in giro» per l’assemblea di piazza Matteotti. «Una responsabilità del genere non me la prendo – rincara Patrik Cavina (M5s) –. Facciamo tante commissioni inutili, assurdo non convocarne una su questa vicenda».