Forlì, 1 aprile 2014 - Redarguito e ammonito perché parlava rumeno. Sarebbe successo venerdì scorso durante la partita fra Audax e Italtex (calcio a 7 campionato Csi Forlì). Secondo l’Audax non c’è una regola della Figc che prevede che i giocatori in campo debbano parlare per forza la lingua italiana. Il giocatore che ha ricevuto il giallo avrebbe commentato come razzista il provvedimento arbitrale.
«L’arbitro ha fatto valere un’indicazione che ci siamo dati e che avevamo comunicato nel corso di una riunione alle squadre, a cui l’Audax era assente — spiega Stefano Gurioli, presidente Csi Forlì —. Forse l’arbitro ha sbagliato nei modi, l’ammonizione non ci stava e bastava riprendere il giocatore verbalmente, tanto che il giocatore non subirà alcuna sanzione o squalifica. Se in campo si danno indicazioni in rumeno come fa a sapere l'arbitro che si sta invitando qualcuno a 'spaccare la gamba' ad un avversario o si sta offendendo l'arbitro stesso?».
Ancora: «Si può accusare l’arbitro, a mio avviso, di essere stato troppo severo, magari di avere esagerato nella sanzione, che forse poteva solo richiamarlo e non ammonirlo, ma non di avere avuto un comportamento razzista». A Forlì è ancora fresco il ricordo del Casablanca, squadra che ha deciso di ritirarsi dal campionato Uisp dopo (questa la loro tesi) aver ricevuto insulti razzisti.
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